domenica 22 marzo 2015

Non cambiare mai

Dodici anni fa circa, lungo il tortuoso percorso che è la mia vita, ho incontrato una persona meravigliosa.
Un raggio di sole così luminoso e vivido da lasciare una traccia indelebile a distanza di tanti anni.
All'epoca ero una simpatica e cinica testa di cazzo, e coglievo ogni occasione per scaricare con il mio sarcasmo la rabbia che covavo nei confronti del mondo. Spesso la gente rideva, non capendo quanto in realtà non la stessi semplicemente prendendo in giro ma aggredendo e denigrando ferocemente, ma questo è un altro argomento...
La persona in questione era un ragazzino di 22 anni, con il sorriso più bello e vero che abbia mai incrociato il mio sguardo. Era il sorriso di un bambino felice e pieno di vita, sicuro delle sue forze, che si fissava degli obiettivi e li raggiungeva perchè "così vanno le cose, tu decidi ti muovi in quella direzione e prosegui".
Lui mi ha fatto uno dei regali più belli che mi sia mai capitato di ricevere, ha creduto in me quando io neanche sapevo chi fossi.
Piano piano ha smontato il mio cinismo, lasciando in me copiose tracce di sarcasmo (quello non andrà mai via), ma facendomi vedere un aspetto che io avevo sempre trascurato: la mia capacità di accogliere e "vedere" le persone con le quali entro in contatto.
Con lui ho anche fatto una fantastica scoperta, di quelle che ti cambiano la vita: ho imparato a verbalizzare l'affetto e l'amore che nutro nei confronti di chi mi è caro.
Ricordo ancora come se fosse oggi, un giorno stavamo lavorando e lui mi dice
"Senti, ma tu mi vuoi bene?"
Io stavo per dargli una delle mie solite rispostacce ciniche, ma poi l'ho guardato dritto negli occhi e gli ho detto
"Ti voglio un mondo di bene"
Per come ero abituata, pensavo mi si sarebbe aperto il pavimento sotto i piedi che mi avrebbe inghiottito immantinente, e invece... sorpresa delle sorprese, ho ricevuto in cambio un sorriso che non dimenticherò mai.
Un sorriso che anche adesso a distanza di anni mi conforta quando mi sento un po' giù, perchè quello è stato uno dei momenti che hanno cambiato la mia vita in meglio.
Quel giorno gli dissi "Ti prego, resta così come sei, non lasciare che la vita ti abbatta, non cambiare mai".

Un anno dopo, ero in ferie al mare quando i colleghi mi hanno chiamata per dirmi che quel ragazzino meraviglioso era morto.
Quella volta la terra sotto i piedi mi si aprì per davvero, ma purtroppo non mi inghiottì.

Non c'è modo di spiegare la rabbia che si prova di fronte ad un'ingiustizia grande quanto quella di una morte inutile come la sua, e non c'è modo di descrivere il dolore per una bellissima vita spezzata troppo presto.
Troppe volte ho pensato e ripensato alla frase che gli dissi, "non cambiare mai", di come fosse stata tragicamente profetica: non sarebbe mai cambiato, purtroppo.

Ma al di là del dolore che ancora c'è a distanza di oltre dieci anni, e con molte altre esperienze sulle mie povere spalle, i regali che mi ha fatto sono rimasti in me, e sono cresciuti insieme a me.
Se io non gli avessi detto il bene che gli volevo, me ne sarei pentita. Da allora mi premuro sempre di esprimere i miei sentimenti, anche a costo di sembrare ripetitiva: credo che sia importante dire alle persone quanto le amiamo, e altrettanto importante sentirselo dire.

Grazie a lui, ho imparato a sorridere: ti cambia la giornata, garantito. E cambia il clima intorno a te.

Non ho perso la mia vena combattiva e il sarcasmo, e sebbene a volte mi sia un bel po' smarrita lungo la strada, ho sempre ricordato quello che il ragazzino aveva fatto per me: spesso non riusciamo a credere in noi stessi o a scorgere quanto di bello abbiamo dentro, a volte però basta che qualcuno creda sinceramente in noi per darci la spinta giusta a vederci da un'altra prospettiva.
Avendo io uno spiccato spirito di osservazione, mi capita di frequente di fare attenzione sia ai difetti che ai pregi delle persone. E' molto istruttivo notare quanto non ci rendiamo conto del potenziale che abbiamo dentro e della resistenza che facciamo se qualcuno ce la mette davanti agli occhi.
Certo, per carità, a guardare dentro parecchie persone si vede solo il segnale di fine trasmissione dei vecchi canali rai, ma a quel punto non è necessario dire proprio tutto al prossimo :-P


Se il mio amico fosse ancora vivo, non gli augurerei però di "non cambiare mai"
Cambiamo  idee, liquidi corporei, aria nei polmoni, lavoro, partner, taglio di capelli, gusti letterari...
Ed è nelle leggi di natura cambiare, modificarsi, evolvere.
Quello che dovremmo fare è invece mantenere la nostra interezza, o integrità, non smettere di credere in noi stessi e non farci vincere dalla paura.
Il mio amatissimo collega non ci è arrivato a farsi piegare dalla vita, dalle mille paure che attanagliano i nostri pensieri e guidano i nostri comportamenti: non ha dovuto indossare il vestito di Fantozzi per mantenere il suo posto di lavoro, o piegare la testa per pagare il mutuo di case le rate del telefonino e il leasing della macchina, non è dovuto diventare un borghese con una fede al dito perchè qualcuno lo ha convinto che farsi una famiglia è la naturale e unica evoluzione di un essere umano.

Se fosse ancora vivo gli direi:
"Vivi la tua vita, soffri, fai il bastardo, fai tutte le esperienze possibili ma rimani sempre fedele a te stesso. Ascolta te stesso, i segnali che ti arrivano, e non tradirti mai. Non fare quello che il resto del mondo fa per convenzione noia o abitudine, ma quello che senti possa andar bene per te. Rimani integro, non scendere mai a compromessi che potrebbero spezzarti e fottitene di chi non ti capisce. Cambia, e continua a credere in te"

Che è un po' quello che auguro a me e a tutti coloro che hanno il coraggio di provare ogni giorno a essere sé stessi, nonostante il mondo ci remi contro.


venerdì 13 marzo 2015

In memoria di Silvio Paoselli

Silvio Paoselli era un mugnaio.
Girava per i vari siti della fantastica realtà itinerante che è il Mercato Contadino dei Castelli Romani dispensando consigli, offrendo cibo, e vendendo le sue ottime farine.
Silvio aveva un mulino sperimentale, in provincia di Rieti, che si era costruito pezzo dopo pezzo.
Nel suo mulino laboratorio conciliava la tradizione con l'innovazione, e aveva fatto di quella passione la sua ragione di vita.
Si sa come vanno le cose qui in Italia, la passione spesso non paga le bollette e lo Stato sovvenziona solo i "grandi numeri", lasciando privi di ogni tipo di aiuto sociale ed economico migliaia di piccole realtà che con coraggio ed estrema fatica cercano di portare avanti il loro lavoro, lontano anni luce dal mainstream o dagli accecanti riflettori di eventi per le allodole (vedi Expo).
Silvio era in difficoltà, e le banche si sono prese il suo mulino, vendendolo all'asta.
Chi lo ha comprato gli ha persino impedito di riprendersi l'antica macina appartenuta al padre, e poco dopo di Silvio si sono perse le tracce.
Il suo corpo privo di vita è stato ritrovato nel lago del Salto, Silvio si è arreso.
Oggi sono andata, dopo mesi, al mercato Contadino del venerdì, alle pendici di Frascati, e i suoi colleghi mi hanno raccontato la storia di questa persona buona, generosa.
Sono sconvolti, non solo per aver perso un ottimo collega e un caro amico, ma per l'ingiustizia di uno stato che toglie speranza a chi lotta ogni giorno per portare avanti le proprie idee, ma sempre pronto però ad elargire finanziamenti ad amici e amici di amici.
Sanno benissimo, tutte queste persone, che quello che è successo a Silvio può succedere ad ognuno di loro, ma anche ad ognuno di noi. Leggiamo spesso, purtroppo, di persone sommerse dai debiti e prive di qualsiasi aiuto anche morale che soccombono sotto il peso delle responsabilità, dei debiti, dei sensi di colpa.
Lo stato sociale, in tutto questo, dove sarebbe?
Forse solo nello stare sempre e comunque dalla parte del più forte, lasciando marcire idee, sogni, aspirazioni di chi cerca nel suo piccolo di cambiare questi ormai vecchi schemi economici e sociali?
La risposta è scontata, direi...

Quello che i colleghi di Silvio hanno fatto, per non dimenticare il suo sacrificio e la sua meravigliosa
opera, è di avviare una petizione nella quale si richiede che il mulino venga acquistato dalla regione Lazio per renderlo una fattoria didattica e continuare il lavoro di Silvio.

Questo è un invito, per tutti coloro che leggeranno il post, a firmare l'appello, e condividerlo.
Ma è anche un invito a considerare che siamo tutti uniti da un filo invisibile, e che non possiamo sempre voltare la testa quando quello che succede agli altri apparentemente non ci riguarda.


Il link lo trovate qui:
http://www.castellinotizie.it/2015/03/12/il-mulino-di-silvio-diventi-una-fattoria-didattica-partito-lappello-per-il-mugnaio-ucciso-dalla-crisi/