martedì 15 ottobre 2013

Vellutata di broccoli siciliani e patate

Non vedevo l'ora che tornasse l'autunno per ricominciare a fare scorpacciate di broccoli siciliani, romaneschi, broccoletti & co.

Tranne rare eccezioni (il cavolo bianco), adoro le brassicacee in tutte le loro forme, e ne mangerei anche a colazione :-D

E' con grande soddisfazione quindi che vi posto la ricetta di questo capolavoro creato dal mio cuoco casalingo di fiducia e, vi assicuro: leccherete il fondo della pentola!!!

 

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Ingredienti per 4 persone

 

  • 700 gr di broccolo siciliano
  • 3 patate medie
  • brodo vegetale fresco (con carote cipolla chiodi di garofano pomodoro e tanto sedano)
  • olio
  • peperoncino
  • sale

 

Procedimento 

  • lessare in due pentole separate e in acqua salata i broccoli siciliani e le patate sbucciate e tagliate a pezzi grossolani. I broccoli vanno cotti molto bene.
  • frullare o lavorare al passapomodoro i broccoli
  • in una pentola di coccio, riscaldare a fiamma bassa olio e peperoncino, e aggiungere le patate lessate. Lasciare insaporire per qualche minuto.
  • frullare le patate con poco brodo vegetale, aggiungere i broccoli e frullare qualche altro secondo per miscelare le verdure.
  • Poco alla volta, aggiungere il brodo vegetale bollente. Poco se si vuole una bella crema densa, di più se si vuole rendere più morbida.
  • versare nei piatti e aggiungere un filo di olio a crudo e crostini di pane a piacere.

 

Buon Appetito!!!

 

 

Costo indicativo per 4 persone: 3 euro

giovedì 10 ottobre 2013

L'ambientopatia

L'ambiente, si sa, influisce moltissimo sulla salute e sulla psiche: carattere, umore, ritmi biologici molto dipendono dalla salubrità dei luoghi in cui viviamo e dalla giusta quantità di luce naturale che i nostri tessuti assorbono.

Tutti noi abbiamo sperimentato la magnifica sensazione di benessere dopo aver trascorso una giornata all'aria aperta, e quella sgradevolissima di una intera giornata passata in un luogo chiuso, mal areato e illuminato artificialmente, seduti per ore e ore.

La differenza c'è e si sente: apatia, dolori, stanchezza visiva, mente annebbiata... sono solo alcune delle differenze che certamente ognuno di noi avrà notato.

 

A volte la scelta dei luoghi in cui sostiamo per pochi minuti o per diverse ore al giorno (se non per svariati anni della nostra vita) non dipende da noi. Altre voltè però, sembra che proviamo un certo sadico gusto nel peggiorare, o non voler migliorare, i luoghi che viviamo.

Che lo si faccia volontariamente per aumentare il livello di disagio proprio e altrui, o involontariamente per semplice abbrutimento, dobbiamo sempre ricordarci che un "brutto" ambiente crea sempre delle conseguenze sulle nostre persone.

Un ambiente malsano o malvestito risucchia energie, idee, voglia di fare.

Quando un datore di lavoro crea appositamente questa tipologia di ambienti credendo così di controllare meglio (o sottomettere) il personale, oppure lo fa per semplice menefreghismo perchè non gli importa molto, sta danneggiando i suoi profitti. Le persone svogliate e prive di energia difficilmente porteranno a termine i propri compiti con la cura e la rapidità di una mente più ossigenata e sana.

Purtroppo, in questi casi, chi vive questo disagio poco può fare, se non cercare di tenere in ordine i propri spazi e apportare dei minimi abbellimenti ove consentito.

Ma tutto possiamo nella scelta dei luoghi da frequentare nel nostro tempo libero: non è detto che siccome trascorriamo diverse ore al giorno in posti orribili lo dobbiamo fare sempre.

Spezzare questo circolo vizioso può aiutarci a trovare soluzioni impreviste, ci può donare guizzi d'ispirazione per cambiare in meglio situazioni che possono apparirci inamovibili. Preferire una passeggiata all'aria aperta rispetto a quella dentro un centro commerciale potrebbe spaesarci, ma a lungo andare saremo entusiasti dei benefici che trarremo.

Una bella corsa su un prato invece di quella sopra un tapis roulant è 20 volte più efficare e ossigena a fondo i nostri polmoni (e tessuti).

Le scelte sono tante, milioni di milioni, e l'ambientopatia si può sconfiggere con aria, sole, e cose belle!

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martedì 1 ottobre 2013

L'uso delle parole nella pubblicità e nella comunicazione poco ecologica

Questo inizio di autunno, anzichè regalarci i dolci frutti della natura, ci sta offrendo dei succosi spunti per capire quanto la pubblicità stravolga il significato delle parole e generi confusione nella pubblica opinione.
Se tempo fa parlai di una reclame radiofonica nella quale ci si vantava di essere delle "fashion vittime" (cioè persone che subiscono passivamente dei danni dalla moda), oggi è salita agli onori delle cronaca la discutibilissima pubblicità di Enel, che ci vuole tutti guerrieri.
Simone Perotti  (http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/28/cara-enel-io-non-sono-guerriero/726545/) offre una eccellente riflessione su come certe pubblicità tendano a svilire le persone e inquadrarle in tristi cliché, piuttosto che a trasmettere un messaggio di disperazione e  rassegnazione.
"Siamo i guerrieri della notte e delle sei di mattina, del sottosuolo, dei posti in piedi, delle tangenziali, alle prime armi, in trincee di scaffali, di scartoffie, del lavoro, dell'amore (che non guasta mai citarlo, visto che la rima cuore/amore cattura l'attenzione del pubblico da ormai 150 anni)"
Questa pubblicità usa in maniera molto impattante la parola guerrieri, ripetendola all'infinito per fissare bene il concetto che ogni giorno ognuno di noi è in lotta continua e costante contro le azioni che compie.
Il significato della parola guerra è :
contesa, discordia, questione. E ancora confondere, scompigliare (riferito al significato originario della parola tedesca warre che significa mischia, zuffa).
Azione di eserciti nemici, che si offendono in ogni guisa , avendo per fine la vittoria; o ancora, dissidio tra due Stati i quali non potendosi definire per via di giustizia, si definisce per quella delle armi. (fonte: etimo.it)
Niente di buono o gratificante quindi, dal momento che i guerrieri sono gli attori di una serie di eventi che distruggono l'armonia, la cooperazione, la comprensione del prossimo ma anche di loro stessi.
Noi saremmo guerrieri, secondo la pubblicità, per il semplice fatto di ubbidire a un sistema che ci aliena in corsie di luci artificiali piene di additivi o in code interminabili in autostrada, e volendo continuare a citare gli esempi sarebbero innumerevoli.
E qui l'Enel si sbaglia, perchè confonde i pecoroni (senza voler offendere gli ovini) che giocoforza sono costretti a fare una vita di ubbidienza al sistema con la possibilità infinita di azioni che gli stessi possono compiere nell'arco intero di una giornata (o di una vita).

Noi non siamo guerrieri, non siamo in lotta con il vicino di fila o con il pendolare che tenta di fregarci il sedile in metro. Siamo molto di più.
E quando la pubblicità utilizza parole fighe che richiamano miti hollywoodiani o battaglie del passato, pensiamoci duecento volte prima di identificarci e incasellarci in definizioni che ci tolgono energie, fantasia, vita.

Make love not war   :-D

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