mercoledì 30 novembre 2011

Mexico style - Fagioli tondini con sugo speziato e riso misto

Non c'è nulla da fare, il richiamo del cibo messicano si fa spesso sentire prepotente, e noi di certo non ci lasciamo cogliere impreparati. Certo, una ricetta come questa richiede una notte di ammollo dei fagioli ma vale la pena provare.


Ingredienti:


Fagioli tondini qb


Pomodoro fresco o passata o conserva: una latta ogni 300 gr di fagioli


alloro, aglio, cumino, coriandolo in semi, peperoncino e spezie miste da couscous. 


Procedimento:


 mettete i fagioli in ammollo in acqua fredda e bicarbonato per almeno 12 ore.


Risciacquate abbondantemente e lessare in acqua fredda, sale e una manciata di alloro. La cottura di questi fagioli, sebbene siano molto piccoli e nonostante l'ammollo prolungato, è decisamente lunga; se si preferisce abbreviare i tempi è opportuno usare la pentola a pressione.


Quando i fagioli saranno lessati leggermente al dente, preparate un soffritto o un crudo di aglio tritato, poco olio, peperoncino e le spezie di cui sopra (se si preferisce, dosare le spezie durante la cottura a seconda dei gusti, il coriandolo ha un sapore spiccato e non a tutti può piacere).


Se si opta per il soffritto, cuocetelo giusto due minuti e poi aggiungete il pomodoro/passata/conserva e il sale. Aggiungete i fagioli dopo pochi minuti e lasciar sobbollire per una mezz'ora abbondante, facendo attenzione che il pomodoro non si ritiri troppo ed eventualmente allungarlo con acqua o altra conserva.


Quando i fagioli si saranno ammorbiditi e insaporiti, il piatto è pronto.


Durante la cottura dei fagioli, mettete 80 gr per persona  di riso misto, basmati integrale o selvaggio in acqua fredda, sale e due chiodi di garofano. Cuocete secondo le indicazioni del riso e scolate leggermente al dente.


Se volete presentare il piatto in maniera elegante, mettete il riso dentro stampini e sformatelo, aggiungervi poi i fagioli con abbondante sugo sopra. Se non vi interessa la presentazione, potete fare alla vecchia maniera: mestolata di riso e mestolata di fagioli :-)


100_6138.JPG


100_6137.JPG

 

 

 

 

 





Perchè scegliere un piatto ricco di spezie?


Il coriandolo e l'alloro hanno proprietà digestive e attenuano notevolmente la fastidiosa abitudine delle bucce di fagioli di fermentare nel nostro intestino.


Il cumino rafforza l'azione digestiva e antifermentativa delle due spezie di cui sopra ma ci è anche di valido aiuto per le malattie bronchiali, oltre ad essere un buon antisettico (ci disinfetta le vie gastriche)


Il peperoncino è un ottimo riscaldante, ideale nella stagione fredda e contro i raffreddori.


Perchè scegliere riso e fagioli?


Perchè insieme formano un binomio ideale per avere la giusta quantità di proteine e carboidrati complessi. E perchè costituiscono un pasto decisamente economico Cento grammi di fagioli contengono 23 gr circa di proteine e loro il costo si aggira intorno ai 40/50 centesimi, cento grammi di riso costano 30 cents circa.


Con un euro riusciamo a portare in tavola un pasto completo, curativo e decisamente economico.


Buon appetito!




sabato 26 novembre 2011

Viaggio (allucinante) nei carrelli degli italiani

Capita anche a me di fare un salto al supermercato, vuoi per l'acquisto estemporaneo di qualche scatolame, vuoi per qualche piccolo peccato di gola che ogni tanto coglie chiunque, anche chi vorrebbe essere virtuoso al 100%.


Piccola premessa: la maggior parte degli italiani, soprattutto quelli che lavorano in orario continuato, scelgono il supermercato al mercato rionale. E' più comodo, c'è tutto, ha un orario che consente di fare acquisti fino a tarda ora e nei giorni festivi. Il supermercato è un ambiente artefatto, difficilmente ce ne rendiamo conto ma siamo pressochè indotti a comprare cibo facile piuttosto che quello salubre.


Ho parlato più volte delle mille insidie dei supermercati, di come tutte quelle luci ti stordiscano e calino le difese che ti eri creato prima di entrare per evitare di comprare trash food o roba inutile (a tale proposito diversi giorni fa sono riuscita a comprare un "utilissimo" tagliatutto che è ancora inscatolato e chiuso dentro una credenza).


Ho anche parlato, credo, della mia curiosità nei confronti dei carrelli di chi fa la fila insieme a me, curiosità che non finisce mai di causarmi grossi traumi cerebrali quando vedo quello che la gente compra.


Ma fatti gli affari tuoi, mi direte giustamente voi... E invece no, mi dispiace, sono nata impicciona e probabilmente non arriverò ai cent'anni, ma pazienza :-)


E' del contenuto dei carrelli degli italiani al supermercato quindi che oggi vorrei parlarvi, con rispetto ovviamente per le scelte di ognuno di noi.


Qualsiasi organizzazione a livello mondiale, nazionale o locale  suggerisce da tempo di consumare almeno 5 porzioni di frutta e ortaggi freschi al giorno. E questa è la base minima per provare a prevenire un lunghissimo elenco di malattie. Molti si spingono più in là, consigliando caldamente di ridurre proteine animali (se non di eliminarle totalmente) e cereali raffinati.


L'importante, poi, a detta di molti,  è di variare il più possibile l'assortimento del nostro cibo e di non mangiare quotidianamente e più volte al giorno gli stessi gruppi di alimenti (e anche derivanti dalle stesse fonti). Per fare un esempio, è sconsigliabile mangiare due volte al giorno pasta di semola ma altrettanto sconsigliabile mangiarla più volte a settimana senza alternarla ad altri tipi di cereali. Un altro esempio è dato da latte e derivati: ne mangiamo a colazione, pranzo, cena, spuntini sotto forma di bevande o merendine tutto latte e zucchero, formaggi, ingredienti di piatti elaborati.


Tutte queste indicazioni, che appaiono decisamente sensate e alla portata di tutti poichè sono oltremodo pubblicizzate, sembrano non venire recepite nella maniera più assoluta dai miei concittadini. O, perlomeno, dai concittadini che fanno spesa nei supermercati dove io mi reco.


Ho visto carrelli mostruosi da un punto di vista nutrizionale, pieni di prodotti che nulla hanno a che fare con il cibo, ma che in compenso sono ricchi di additivi, conservanti, zuccheri, materiale inerte.


Il contenuto standard per una settimana di spesa di solito è così costituito:


- latte, merendine varie, yogurt, formaggi, dolci, pollame a volontà, hamburger o altra carne di facile cottura, tracce di frutta (magari sottoforma di limoni), minime dosi di insalate in tristi confezioni da 100-250 grammi, tanti cibi pronti o surgelati.


Una scelta discutibile sotto molti punti di vista, e che impedisce all'organismo sia di variare le fonti alimentari che di acquisire vitamine, enzimi e minerali in quantità adeguata. Queste spese però un vantaggio ce l'hanno: sembrano fatte per mangiare il più in fretta possibile e, qualora ciò che è comprato necessita di cottura, venga cotto il più in fretta possibile.


Il cibo che potrebbe essere mangiato in maniera più veloce e senza cottura, in questi carrelli viene considerato un optional: stiamo parlando di frutta e verdura. Se a qualcuno di noi appare strano consumare almeno 5 porzioni di questi cibi, lo è ancora di più per questi carrellisti compulsivi, dal momento che la quantità di vegetali che acquistano basta si e no per due pasti e non per il totale di una settimana.


E' facile mangiare così, è facile svuotarci le tasche per pagare cose prive di nutrienti vitali. E facile prendere peso in questa maniera e privare il corpo di tutte quelle sostanze essenziali che riuscirebbe ad assumere attraverso un bel pasto preparato  per darci forza ed energia.


La verdura dovrebbe aprire e chiudere i nostri pasti, la frutta integrarsi e sostituire la colazione e tutti gli spuntini, i cereali interi dovrebbero essere parte integrante della nostra alimentazione quotidiana, ma di questo "materiale" non vi è presenza alcuna nella spesa dei miei compagni di fila alla cassa.


E non sarebbe nemmeno troppo difficile allungare le mani nel reparto ortofrutta e organizzare un bello scrigno di ortaggi, ma vuoi mettere con la comodità e la compattezza di una scatola da ficcare nel surgelatore, o di un pollo sconocchiato e infilato sottovuoto in 20 centimetri quadrati? E poi, che abitudine antica sarà mai quella di fare merenda con una bella banana o un grappolo d'uva? Molto meglio la praticitià di merendina e succo...


Cambiare è facile, molto facile, e si inizia con poco.


Magari anche infilando di soppiatto nel carrello di queste ignare persone un sacchetto di mele fresche :-)

venerdì 18 novembre 2011

Ciclo ecologico

Non ci pensiamo spesso, ma il flusso mestruale che ci accompagna durante tutto il nostro periodo fertile ha un forte impatto ambientale.


Volendo fare una statistica grossolana, e considerando un periodo minimo di 30 anni (dai 15 ai 45), con un ciclo di 30 giorni e 4 giorni di mestruazioni, avremmo 1440 giorni nei quali utilizziamo assorbenti e affini; escludendo dal calcolo tutti quegli utilissimi salvaslip (compresi quelli neri o quelli per i perizomi taaaanto comodi), una media di 6 assorbenti al giorno ci porta a consumarne qualcosa come 8600 e spicci.


8600 piccoli oggetti non più utilizzabili che vanno a finire nell'indifferenziata, insieme a bucce di melone e piatti di carta...


Non c'è solo l'impatto ambientale a preoccuparci, ma anche il modo in cui sono fatti gli assorbenti che, essendo a contatto diretto con una mucosa rischiano di provocarci fastidi più o meno seri: pellicole antitraspiranti che impediscono il corretto ricambio di aria, sbiancanti i cui residui restano sul prodotto, scorretto uso degli assorbenti interni che se non cambiati con frequenza possono provocare infezioni, nuovi assorbenti che sembrano usciti da un film di SF del 5000 ma che provocano pesanti irritazioni...


Dovremmo fare molta attenzione, con rispetto parlando, a quello che facciamo entrare in contatto con il nostro corpo.


Per questo, l'ideale sarebbe ritornare al passato, e utilizzare i cari vecchi assorbenti di lino che usavano le nostre madri; ma è cosa pressochè impossibile da attuare in un'epoca che ci vuole attive, dinamiche, iperimpegnate 24 ore su 24 e 365 giorni l'anno.


E' qui che per fortuna ci accorrono in aiuto tante soluzioni ecologiche e dermocompatibili. Di seguito ne elenchiamo alcune:



  • Assorbenti ecologici in cotone sbiancato senza cloro, senza fibre sintetiche o plastica. Hanno anche il pregio di essere interamente biodegradabili, quindi meno inquinanti dei loro parenti non ecologici. Ce ne sono di diverse marche, i più famosi nel mondo ecobio sono quelli della Ecor e della Organyc. Anche la GDO si sta organizzando, infatti Acqua & sapone propone i Naturell (http://www.pozzanidsp.com/faq.html) e Carrefour ha una sua linea di assorbenti ecologici decisamente validi. Non solo: tutti questi assorbenti hanno, nell'80% dei casi, prezzi di vendita di gran lunga inferiori rispetto a quelli delle marche più famose.

  • Assorbenti riutilizzabili in puro cotone e flanella di cotone, i Lunapads. I lunapads sono dei comodi assorbenti composti da una base che si fissa alle mutandine tramite dei bottoni e delle fettucce di stoffa che si cambiano come fossero assorbenti usuali. La differenza è che fettucce e basi si riutilizzano più e più volte, e si lavano con prodotti ecologici dopo un ammollo in acqua fredda. In Italia i Lunapads sono venduti da La bottega della luna , se preferite potete andare anche sul loro sito inglese.

  • coppette mestruali, le ormai famose Mooncup. Le coppette mestruali hanno la forma di piccoli imbuti in lattice che vengono inserite più o meno come un assorbente interno. La coppetta, se ben curata, dura anni. E' sufficiente sterilizzarla facendola "bollire" per pochi minuti in acqua e lavarla bene ogni volta che la si svuota. Non è il metodo più comodo se ci si trova fuori casa per diverse ore al giorno ma quello che impedisce al sangue di ristagnare a contatto con le mucose una volta uscito. Anche la Mooncup è in vendita presso La bottega della Luna, ma troverete tantissimi rivenditori in Italia oltre che di questa marca anche di altri marche.

  • evitare i salvaslip durante i giorni in cui non si hanno le mestruazioni. Se già abbiamo gli slip per proteggerci ed evitare qualsiasi problema, perchè indossare qualcosa che protegge la protezione? Non solo... utilizzando per 30 giorni al mese un qualcosa che fa traspirare davvero poco le nostre parti intime e le surriscalda, corriamo il rischio di far proliferare candidosi, vaginiti, irritazioni e infiammazioni di vario genere. Vale la pena per salvare un paio di mutande?


 


Questo breve elenco non è esaustivo, ma serve a capire che qualsiasi gesto che noi compiamo ha conseguenze sull'ambiente e sulla nostra salute. Tramutare le nostre inquin-azioni in eco-azioni è facile e ci rende molteplici favori.


Proviamo ad immaginare ad esempio quanto si può risparmiare se decidessimo di acquistare una Mooncup o un set di Lunapads...


 


Per qualsiasi dubbio o incertezza potrete saperne di più andando sul blog Ecomestruazioni ( http://www.ecomestruazioni.it ), che trovo decisamente interessante.

martedì 15 novembre 2011

Pasta e fagioli

La pasta e fagioli è un classico della cucina "povera" italiana, molte regioni hanno la loro variante e quel pizzico in più che la rende sempre speciale e gradita a grandi e piccini.


La pasta e fagioli è un piatto completo, unico, da accompagnare a un'insalata o una verdura leggera. E' un ottimo sostitutivo delle proteine animali perchè lega gli aminoacidi delle proteine vegetali dei legumi a quelle del cereale contenuto nella pasta; per questo motivo usare pasta all'uovo la rende, seppur più appetitosa, un tantino sproporzionata nell'apporto di proteine. Ma nulla di grave, naturalmente.


La scelta degli ingredienti è come sempre fondamentale, per questo motivo la ricetta di oggi prevede o fagioli freschi (oppure congelati in casa) o fagioli secchi. Non c'è spazio per quelli in scatola, che a me proprio non piacciono perchè abbreviano i tempi di insaporimento e apportano meno nutrienti vitali.


 


 Ingredienti:


Fagioli borlotti freschi o secchi


due o tre foglie di alloro


una cipolla


sedano


due pomodorini se in stagione


olio sale pepe


Pasta di semola o pasta fresca


Tempo di cottura: 3 ore circa


Tempo di ammollo: una notte


Solo i fagioli secchi vanno messi in ammollo in acqua per una notte o per dodici ore.


 


Primo step:


Mettere i fagioli in abbondante acqua fredda con foglie di alloro e sale e portarli a cottura al dente . L'alloro serve a migliorare la digestione delle bucce dei fagioli, che solitamente provocano fermentazione e pancia gonfia; se non piace evitatelo e una volta lessati, mettete i legumi nel passapomodoro facendone una crema.


Di solito io riutilizzavo l'acqua di cottura, ma ho notato che rende troppo scura la preparazione e adesso uso nel secondo passaggio acqua fresca.


Secondo step:


Preparare un leggero soffritto con mezza cipolla tagliata sottile, qualche pezzetto di sedano, olio e due pomodorini privati dei semi. Aggiungere i fagioli scolati, sale e lasciar assorbire le essenze. Aggiungere un quantitativo d'acqua pari a 4 volte il volume dei fagioli (aggiungerne altro se durante la cottura l'acqua evapora troppo), aggiustare di sale e lasciare sobbollire dolcemente per almeno un paio di ore.


Quando l'acqua sarà decisamente colorata e all'assaggio ricca di sapore, è il momento di togliere un piattino di fagioli dalla pentola e frullare il resto. Oppure passare tutti i fagioli nel passapomodoro. Dopo aver rimesso in acqua i fagioli precedentemente tolti, dobbiamo lasciare per qualche minuto che la crema si amalgami più o meno con l'acqua, e decidere se fare una pasta e fagioli quasi asciutta oppure brodosa aggiungendo o meno altra acqua.


Portare a ebollizione, versare la pasta di semola fresca oppure secca oppure pasta all'uovo. Il formato migliore resta quello dei maltagliati, meglio se freschi e fatti con farina 0 o più rustica. Togliere dal fuoco la pasta parecchio al dente (qualche minuto prima che cuocia completamente) e lasciar riposare, raffreddare e rassodare il tutto fino a cottura completa della pasta.


Servire in scodelle e guarnire con cipolla fresca tagliata sottilissima, olio e pepe se piace


69841_1637922518140_1539061887_1568228_3209494_n.jpg


Autore - Barbara


suggerita da - Nando


categoria - Primi piatti / piatti unici

mercoledì 9 novembre 2011

Le pillole magiche

Siamo una popolazione schiava delle pillole, ammettiamolo. Come ho scritto in un recente post, tutti in casa abbiamo un armadietto dei medicinali più o meno corposo; di fatto, comunque ce l'abbiamo.


Ultimamente però, l'armadietto ha iniziato a contenere altri nuovi prodotti, non propriamente presidi medici ma integratori di tutte le specie classificati come alimentari: vitamine, minerali, preventivi per il raffreddore, curativi per l'influenza o qualsiasi altro genere di malanno. E, per meglio assistere gli utenti, anche le farmacie hanno rinnovato i loro scaffali con le sgargianti scatole degli integratori miracolosi.


Per non parlare poi dei superfantasangennarohafattoòmiracolo cibi antimalattie, meglio noti come superfood, i quali ci garantisco che se li ingeriamo saremo protetti da qualsiasi malattia, persino dalla malasorte. Che poi qualcuno mi spieghi per quale motivo questi superfoods sono per la maggior parte costosissimi cibi esotici.


Si assiste quindi a uno spostamento di interesse da parte del pubblico nei confronti delle terapie alternative, dell'alimentazione naturale, dell'olos. 


Ma attenzione: le persone di solito si rivolgono ai metodi naturali con il medesimo approccio con il quale si rivolgono al proprio medico: cercano la pillola magica che istantaneamente risolva loro qualsiasi tipo di problemi, o il disagio che da essi ne scaturisce.


Così, con lo stesso fervore con il quale ci affidiamo al moment di turno quando abbiamo il ciclo, chiediamo alla natura un rimedio meno tossico ma dalle stesse proprietà analgesiche. Con la stessa fervida speranza che riponiamo in una dieta miracolosa, acquistiamo l'integratore speciale che solo ingoiandolo ci farà bruciare quei rotolini di troppo. Con in mente la scintillante sicurezza che un broccolo ci salverà, prendiamo a mangiarne quintali e a fargli monumenti.


Mi è capitato di leggere su vari forum, ma anche sentire con le mie orecchie qualsiasi tipo di richieste: dalla patologia grave a quella autodiagnosticata, dall'unghia incarnita a una frattura scomposta. Per ogni cosa c'è un rimedio, naturale s'intende, ma c'è la miracolosa pillola che risolverà in pochi attimi i nostri problemi.


Gli sgarri, alimentari, di stress o di altra natura, si possono fare, ma la nostra corda interna non può essere tirata all'infinito, e nessun rimedio allopatico o naturale può risolvere il danno una volta fatto.


Per essere chiari, la Natura ci offre una varietà di sostanze provenienti da tutti i regni a sua disposizione che hanno fantastiche e risolutive proprietà, ma vanno comunque usate con moderazione e non per il milione di problemi all'anno che ci assalgono.


Se in un anno ci vengono dodici raffreddori, una colica renale, 7 casi di dissenteria, qualche gastrite, due influenze, infiammazioni varie alle vie respiratorie e gastriche, dermatiti, afte, eccetera eccetera... non sarebbe il momento di fermarsi e cercare di capire cosa c'è che non sta andando? Oppure dovremmo cercare di capire come mai abbiamo le difese immunitarie così a zero da prenderci pure i malanni al solo pronunciarli.


La pillola magica non serve, tantomeno l'armadietto dei medicinali o degli ecomedicinali che in alcuni periodi dell'anno viene aperto più del frigorifero. Quello che serve è fermarsi, fare una bella cura detox a costo zero e zero rimedi, rinforzare le difese immunitarie con qualche cibo ad hoc (ma tranquilli, niente superfood, e rivedere l'elenco dei nostri impegni e dei nostri stress quotidiani.


Non c'è niente di più magico di una piena autoconoscenza del nostro corpo e di quello che sentiamo, o  di un sano percorso alimentare e uno stile di vita morigerato, nonchè di una vita vissuta ad un ritmo meno frenetico e molto più adatto ai cicli del nostro organismo. 


 


Quindi, per concludere, rivolgo un piccolo appello a coloro che vorranno accoglierlo:


Non cerchiamo la salute negli scaffali colorati pieni di pillole o rimedi, non riempiamo le nostre case di scatole o boccette. Semplicemente, iniziamo a pensare che riappropriarci della nostra salute è un obiettivo possibile.

venerdì 4 novembre 2011

Cibo spazzatura per animali domestici

Pubblico, con colpevole ritardo, questo interessantissimo articolo sui danni che gli alimenti per animali causano ai nostri compagni non umani.


------------------------


Ovvero, come avvelenare giornalmente i nostri animali con la “benedizione” dei veterinari.


Franco Libero Manco


 


            La dieta ideale per ogni essere vivente è sicuramente quella stabilita dalla natura a seconda la specie di appartenenza, la conformazione fisica, l’apparato digerente, quello dentale, enzimatico, immunologico, istintuale ecc. Nutrirsi in modo difforme alla propria specie significa incorrere inevitabilmente a malattie di vario genere. per noi esseri umani che per qualunque altra specie animale. La nostra dieta ideale è indubbiamente quella fruttariana, o vegana tendenzialmente crudista; mentre la dieta ideale per un animale carnivoro, cioè per un cane o un gatto domestico, è quella cui si nutrirebbero spontaneamente allo stato naturale, non certo quella fatta di un miscuglio di prodotti secchi tipo croccantini che risultano trattati, denaturati, derivati di carni, estratti di proteine, cereali, sottoprodotti di origine vegetale, oli, grassi, lieviti, coloranti, conservanti e molti altri additivi chimici, che una volta giunti nell’intestino di un cane o di un gatto vengono assorbiti nella circolazione sanguigna e influiscono sui vari apparati.


            In natura gli animali terricoli sono raggruppati in tre categorie: carnivori, erbivori e frugivori. Non esiste una quarta categoria di animali onnivori: se la natura l’avesse prevista l’avrebbe fornita degli strumenti necessari a metabolizzare correttamente tutto ciò che qualla specie usa mangiare. Se un animale carnivoro si nutrisse come un erbivoro si ammalerebbe fino a morire; altrettanto succederebbe se un erbivoro si nutrisse allo stesso modo dei carnivori (vedi mucca pazza). E’ risaputo che i cani, animale carnivoro, non digerisce gli amidi perché non ha l’enzima amilasi, che il gatto ha bisogno di integrare l’aminoacido taurina, mentre noi esseri umani non abbiamo l’enzima uricasi per neutralizzare gli acidi urici della carne. La carenza del’aminoacido taurina nel gatto può determinare problemi anche seri, né il ricorso ad integratori può sempre scongiurare tali pericoli: come nella dieta umana (gli integratori, elementi separati dalle loro armoniche e bilanciate composizioni naturali) non portano gli stessi benefici, anzi molto spesso risultano essere dannosi.


            Gli animali carnivori, nella fattispecie cani e gatti, non dispongono degli enzimi digestivi adatti per qualità e quantità a metabolizzare alimenti vegetali, sia cotti che crudi. In particolare quando i cereali vengono cotti, amidi, proteine e grassi si denaturano e diventano tossici.


            Il cibo innaturale compromette la salute dei nostri animali. I residui del cibo in scatola si attaccano ai denti e alimentano i batteri della placca dentale, come conseguenza si hanno gengive infiammate, alito cattivo e veleni batterici che indeboliscono le difese immunitarie del loro organismo. Il cibo spazzatura a base di cereali, generalmente mal digerito, sosta nell’intestino dove produce tossine. Alcuni veleni attraversano la parete intestinale finendo nella circolazione sanguigna. A questo punto l’animale manifesta segni di malattia. I cuccioli di frequente manifestano diarrea e problemi cutanei. Per i veterinari la cura solitamente prevede medicinali a forte impatto che contribuiscono ad intossicare ulteriormente l’organismo dell’animale, causando patologie genetiche, infettive, parassitarie, frattura alle zampe, malattie epatiche, cutanee, cardiopatie, intestinali, cattivo alito orale, dentali e cancro e altre patologie connesse con l’età. Gli animali logorati da tali patologie hanno maggiori probabilità di morta prematura. Malattie che scompaiono modificando il regime alimentare e pulendo denti e gengive agli animali. Il cattivo stato di salute e le conseguenti sofferenze riguardano la stragrande maggioranza degli animali domestici a livello mondiale. Le indagini svolte su animali domestici sofferenti da immunodeficienza acquisita dimostrano che hanno riacquistato la loro funzione e uno stato di salute ottimale quando gli sono state somministrate delle ossa crude e polpose, che fungono da alimento e da medicina. Alcune ricerche condotte dalla stessa Nestlè hanno rilevato che la durata media dei gatti alimentati esclusivamente con cibo industriale non raggiungono i 12 anni di vita a causa della morte per insufficienza renale o cancro. Mentre la società Mars ha riferito che l’80% degli animali soffre di malattie gengivali.


            Ma la maggior parte dei veterinari raccomanda cibi industriali per animali come miglior alimento per i nostri animali; sostengono che la carne cruda porta rischi a causa dei batteri e della carenza di calcio, soprattutto le ossa sono un pericolo per la rottura dei denti.  Ma io ritengo che gli alimenti nutritivi adatti agli animali carnivori devono essere crudi e facilmente digeribili, dovrebbero essere grezzi, compatti e adatti ad essere masticati a lungo. In sostanza dovrebbero poter mangiare come natura ha previsto per loro, cioè: pollame, conigli, pesce ed in forma intera o al limite polpose ossa crude. In ogni caso è opportuno prendere l’iniziativa di dare sempre al nostri animali del materiale da masticare a lungo, oltre alle necessarie sostanze nutritive.


            I nostri animali vengono giornalmente avvelenati dai cibi spazzatura senza che i politici, gli avvocati, gli stessi veterinari o i media prendano posizione in merito ad un così grosso problema, troppo pavidi per avanzare critiche ad un sistema di cose che potrebbe essere poco conveniente.


            A livello mondiale le cifre del fatturato di prodotti per animali domestici è inferiore solo a quello dei prodotti petroliferi. Le conseguenze economiche si misurano in miliardi di euro, ma oltre a questi vi sono immensi costi ambientali, oltre le risorse assorbite dai canili municipali. Inoltre è da considerare che i cani alimentati con cibi spazzatura sono più irascibili, più imprevedibili e più difficili da addestrare.


            Il problema dell’alimentazione dei nostri animali è complesso e non di facile soluzione, specialmente se si pensa ai tanti canili. Compito ingrato ed eticamente impossibile sarebbe per gli animalisti dover somministrare della carne ai loro compagni animali. La cosa migliore a mio avviso sarebbe quella di reperire (purtroppo) resti di carne consumati da qualche conoscente ancora onnivoro, oppure chiedere gli avanzi di carne ai supermercati o ai ristoranti. In questo caso sarebbe una sorta di estenuante ricerca di cibo. E quando un giorno tutta l’umanità sarà vegetariana si potrebbero utilizzare gli animali morti di morte naturale. Ma questo appartiene ad un futuro ingrato quanto lontano.


            Certo il pasto secco ormai alimento base di cani, gatti o di qualunque altro animale carnivoro domestico, risolve non pochi problemi, allo stesso modo del cibo industriale per gli umani che vivono nelle grandi metropoli per la difficoltà oggettiva di attingere direttamente agli alimenti naturali; ma se un cibo in scatola composto da alimenti cotti, trattati, con aggiunta di coloranti, conservanti, lieviti, aromatizzanti, è nocivo per gli esseri umani tanto più lo è per i nostri animali. L’alimento cotto è sempre inappropriato sia per noi esseri umani che per i nostri animali i quali  prima o poi sviluppano patologie di vario genere, dal momento che ogni specie è strutturata per alimentarsi con cibi adatti alla sua natura.


            Insomma, dobbiamo porre più attenzione all’alimentazione dei nostri animali domestici perché se si ammalano dipende in gran parte da cosa diamo loro da mangiare, diversamente non si spiega perché gli stessi animali allo stato naturale non sviluppano mai le suddette patologie. Non che (a mio avviso) si debba rinunciare del tutto ai prodotti secchi tipo croccantini (questo renderebbe impossibile la vita a molti di noi) perché scarsi o privi dei nutrienti necessari, ma considero un grave errore considerarli ottimali per la loro dieta.