martedì 18 ottobre 2011

Fidati! Garantisce il testimonial!!!

In questo mondo dominato dal media, non si muove foglia che testimonial non voglia.


Abbiamo il divo di Holliwood che prima ci fa ubriacare con lo spumante, poi cerca di farci smaltire la sbornia su con il caffè, e se proprio ci servisse una lavanda gastrica ci propone l'operatore telefonico con il quale chiamare a basso costo l'ambulanza.


Abbiamo notissimi volti della tivvù che ci convincono che un pò di latte fermentato sia la panacea per ogni male: dal colesterolo al cesso, parrebbe che yogurt e affini curino davvero tutto. A proposito: ma non si era vietato alle industrie alimentari di pubblicizzare il cibo come medicinale?


Ci sono tormentoni accattivanti ma anche un tantino dementi che per ogni sciocchezzuola ci invitano a impasticcarci manco fossimo i protagonisti di trainspotting, e campagne pubblicitarie cantate da big della musica così convincenti da farci riempire casa di tonnellate di pasta.


Ci sono poi le sportive mamme che vincono mondiali a tutto spiano e che poi rimpinzano i loro figli di merende preconfezionate. Ma rimanere a casa ogni tanto e farli mangiare come si deve no, eh? 


E' il fantastico mondo dei testimonial, esseri così familiari da sostituire spesso il medico di famiglia, il parroco del quartiere, l'amico d'infanzia. Qualsiasi cosa esca dalla bocca di un testimonial, si tramuta in assoluta verità alle nostre orecchie e in soldi a palate per le ditte che li ingaggiano.


Qualsiasi cosa uno di loro pronunci in un qualsiasi contesto, diventa opinione comune (ringrazio non so chi per la decisione presa secoli fa di non vedere più la tivù) e dato di fatto. E' il nuovo metodo di diffusione delle informazioni, non più tramandate dall'esperienza della comunità e dalla ricerca personale ma dalla potenza della pubblicità.


Per sfuggire a queste troppe sirene che fanno solo gli interessi del loro portafogli, teniamo sempre a mente che quando il testimonial parla, lo fa per venderci qualcosa, per creare in noi un nuovo bisogno, un desiderio irrangiungibile di essere come lui. Il testimonial mette la sua faccia e la sua voce per guadagnare un compenso, non è libero di dire ciò che penserebbe veramente ma sicuramente nell'intimo della sua casa non si strafoga con i miliardi di prodotti che vorrebbe propinarci.


Il testimonial è uno specchietto per le allodole, una bella e luccicante collana di vetrini da due soldi che distoglie il nostro senso critico e annebbia la nostra mente.


Perciò, prima di comprare qualsiasi prodotto, spegniamo la televisione e accendiamo il cervello: ci accorgeremo che prima di fidarsi di qualcuno che non si e non ci conosce, andiamo sul sicuro fidandoci del nostro istinto.

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