mercoledì 30 marzo 2011

Ma è proprio vero?

Pochi giorni fa ero in metro, e sentivo un ragazzo parlare di un suo amico coetaneo al quale erano stati diagnosticati sei mesi di vita a causa di una bruttissima malattia. E mi è venuto in mente che molto spesso sento queste "previsioni di morte" uscire dalla bocca dei dottori come se fosse l'unica e sola verità.
La loro esperienza ovviamente li induce con molta precisione a determinare il rimanente tempo di vita di un paziente, e quando l'ennesima morte si avvera nei tempi previsti tutti hanno la conferma che le sentenze del medico specialista di turno siano esatte e soprattutto inappellabili.
Ma se è vero quello che dicono ormai tanti ricercatori (Bruce Lipton in testa) che noi siamo quello che crediamo, ascoltare una simile notizia ci predispone psicologicamente e organicamente a spegnerci più o meno nel periodo concessoci da un pronostico che potrebbe avere la stessa valenza di una giocata al superenalotto.
Purtroppo, la maggioranza delle persone che riceve un "pronostico" negativo, reagisce alla notizia programmando il suo corpo alla fine prossima: l'atteggiamento può essere combattivo oppure passivo, ma se il cervello si convince che non c'è più nulla da fare, difficilmente quella persona troverà guarigione.
Eppure, si ha notizia di moltissime persone gravemente invalidate o terminali che come per miracolo, guariscono completamente e, come Martin Brofman (autore di due fantastici libri), avere l'effetto collaterale di guarire anche dalla sua miopia.
Il nostro DNA è influenzato dalle nostre convinzioni, questo è quanto dice l'epigenetica o la nuova biologia delle credenze. Pertanto, se le nostre credenze venissero cambiate, anche la nostra situazione fisico/organica potrebbe farlo. Non è fantasia, poichè dietro a queste teorie ci sono degli scienziati premiati e riconosciuti a livello internazionale.
Il nostro essere reagirebbe probabilmente meglio se avesse di fronte un medico che ci desse qualche possibilità di vita e che ne fosse convinto anche lui, anzichè pronunciare con voce piatta e autorevole la nostra condanna. Ma, se questo non fosse fattibile, vogliamo e dobbiamo credere che ogni diagnosi può essere sconvolta, capovolta, sbugiardata.
Ho conosciuto una donna fantastica alla quale avevano dato senza alcun dubbio 4 mesi di vita tre anni fa; questa donna ha rifiutato la diagnosi, e ha iniziato a fare delle cure alternative che la medicina ufficiale non riconosce, ma soprattutto ad elaborare il motivo che aveva portato il suo organo a sviluppare la malattia. Un lavoro duro, fatto con caparbietà e volontà, che a distanza di tre anni la vede ancora in prima linea e padrona della sua vita (e salute). Un caso? Ce ne sono migliaia di casi come lei, basta solo cercarli...
Miracolo, credenza, fede, volontà. Cosa spinge alcune fortunate persone a ribaltare le sentenze e concedersi di vivere a lungo nonostante tutto?
Non è facile da capire, ma io sono convinta che se ce l'hanno fatta loro, tutti noi, anche quel ragazzo con sei mesi di vita, potremmo riuscire a guarire... Siamo indulgenti verso noi stessi, concediamoci la possibilità di credere nella nostra guarigione; in fondo, se ci hanno concesso di vivere perchè rinunciare senza provare?
Per documentarsi un poco:
Martin Brofman Guarisci la tua vista; Guarire con il sistema corpo specchio
Bruce Lipton La biologia delle credenze; la mente è più forte dei geni
Dawson Church Medicina epigenetica
http://www.healer.ch/it/il_sistema_di_guarigione_corpo_s.htm

giovedì 17 marzo 2011

Buon anniversario

Abbasso la Padania, il nucleare, i papponi e la Marcegaglia. E cento di questi anniversari all'Italia!!!

sabato 12 marzo 2011

La cura della lavastoviglie...

Ho avuto modo di vedere di recente una terribile pubblicità che mostra come con gli anni la lavastoviglie possa arrivare ad essere intasata da un qualcosa come dieci chili di grasso e cibo. Le immagini erano molto significative, in quanto mostravano un ambiente sporco, incrostato, assolutamente poco igienico e funzionale.
Se la televisione fosse davvero al servizio delle persone e non di chi vuole aumentare all'infinito i propri guadagni, mostrerebbe una informativa molto simile relativa ad un altrettanto sporco, incrostato, assolutamente poco igienico e funzionale impianto di tubature: il nostro intestino.
Ma l'educazione ci impone di non parlare delle nostre tubature interne perchè non sta bene, non è elegante ed è sempre e soprattutto un fatto privato. Quindi, proporre la visione di un intestino pieno di grasso e cibi non digeriti sarebbe visto come un osceno sacrilegio dal 99% della popolazione guardasse quel programma.
E' per questo motivo che oggi ho deciso di scrivere pochissime righe laddove ci vorrebbero decine di volumi per capire l'importanza del nostro intestino.
Essendo il luogo deputato all'assimiliazione dei nutrienti, il nostro "tubo" deve essere mantenuto pulito, lubrificato e ben curato per tutta la nostra vita; le incrostazioni e i depositi infatti gli impediscono di assimilare ciò che ci serve e di espellere tutti i prodotti di scarto e le tossine.
Avete presente quando per l'appunto la lavastoviglie è sporca, come escono i piatti? Ecco... fate finta che i piatti mal lavati dalla lavastoviglie incrostata siano i nutrienti malassorbiti e ancora con scorie nel nostro intestino: per quanto possiamo mangiare e arrivare ad avere casi di sovrappeso o obesità, rischiamo la malnutrizione proprio perchè il "prodotto" non è stato ben ripulito.
E cosa succede alla lavastoviglie se non le facciamo una periodica pulizia a vuoto con o senza apposito prodotto? Rischia di intasarsi e sfasciarsi, proprio come succede nel momento in cui si inizia a diventare stitici o addirittura ad avere blocchi intestinali (per non parlare delle migliaia di problematiche intermedie). Nello stesso modo, il nostro organismo andrebbe periodicamente preparato e sottoposto alla pulizia intestinale anche con semplicissimi prodotti casalinghi.
E dell'anticalcare, vogliamo parlarne? Per la lavastoviglie usiamo un prodotto, perchè non avere la stessa cura dei depositi di "altro calcare" che ostruiscono il nostro interno?
Quali sono i prodotti alimentari che si attaccano di più alle stoviglie? Avete presente quelle belle teglie dell'arrosto tutte belle unte e incrostate, oppure le ciotole dove è stata impastata la pizza, o i piattini pieni di creme e panne dei dolci? Ecco, tutto quella bella roba carica che con difficoltà si toglie dai piatti, si deposita nello stesso modo nell'idraulica dell'elettrodomestico ma anche in quella del nostro intestino.
I mix letali dei vari cibi associati in maniera errata, non solo non possono essere ben assimilati, ma l'enorme mole di lavoro richiesta all'organismo per smaltirli è troppa anche per un meccanismo perfetto come il nostro apparato digestivo.
E così, oltre che la lavastoviglie, ci ritroviamo ad aver intasato con dieci chili di cibo e grasso anche il nostro corpo.
Solo che al nostro intestino non pensa nessuno (se non quando ricorre a purghe, purghette, lassativi, stimolatori della peristalsi), mentre della lavastoviglie abbiamo massima cura, e ci prodighiamo in ogni modo per evitargli il turpe destino di soccombere al cibo...

Un metodo molto equo di salvare capra (noi stessi) e cavoli (l'elettrodomestico), potrebbe sicuramente essere quello di consumare cibi poco elaborati, conditi con grassi vegetali a crudo, cotti a vapore o alla piastra e soprattutto abbondare con frutta e verdura...
Se ci fate caso, lavare un piatto dove si è lasciata della frutta o della verdura senza olio è davvero la cosa più semplice del mondo, basterebbe solo l'acqua e una goccia di detersivo per igienizzare.
Sintetizzando ancora di più, tutto quello che non intasa la lavastoviglie è forse tutto quello che non intasa il nostro intestino?

Basta provare, no?