domenica 11 aprile 2010

La mercificazione degli esseri viventi

Giorni fa mi è capitato di vedere una pubblicità locale di un negozio di animali. Facevano vedere dei bellissimi pesci in acquari affascinanti, sottolineando l'aspetto terapeutico che un acquario può avere sullo stress e su disturbi di altra natura.

Poi, stamattina, ho visto due meravigliosi pappagalli rinchiusi in una gabbia. Se qualcuno ancora pensa che gli animali non provino emozioni e non sappiano esprimerle attraverso i gesti o gli atteggiamenti, allora non ha visto la tristezza che ho visto io in uno dei due pappagalli, una pena veramente grande.

E, ultima tra gli ultimi, mi sono chiesta con quale diritto noi umani facciamo del business sulla vita degli animali, con quanta noncuranza riusciamo a catturarli e trasformarli (quando gli va bene) in oggetti da compagnia solo per esigenze economiche/estetiche. A noi piacerebbe essere catturati ed essere rivenduti a qualcuno che ci tiene per tutta la nostra vita in 4 metri quadrati? Grideremmo all'orrore, diremmo che vivere in quattro metri (o nell'equivalente gabbiesco) non sarebbe vita.

Eppure, pare non ci rendiamo conto che quei poveri pesci che impazziscono in una boccia di vetro o dentro un favolosissimo acquario, prima di noi avevano lo spazio sterminato degli oceani. E che quei disgraziati uccelli che stanno in prigione potevano volare ovunque sopra di noi.

O, peggio ancora, che quella triste pelle di zebra che adorna una casa di vip vista di recente su un sito, rende macabra l'intera casa.

Mercifichiamo tutto, diamo un mero valore economico alle nostre vite e alle vite degli altri esseri viventi: schiavizziamo, torturiamo, togliamo dignità e libertà solo in nome di uno status sociale. E' umano, questo?

2 commenti:

  1. cosa è giusto... cosa è sbagliato : l'eterno dilemma su ciò che ci circonda.
    E giusto uccidere per mangiare è giusto allevare , è giusto tenere un cane in casa , è giusto fare nascere degli animali destinati all'alimentazione , è giusto allevarli ai fini di tenerli in casa e accudirli .
    E' giusto avere un animale da compagnia cane gatto pesce per farlo conoscere hai propri figli di modo che da grande imparino a rispettarli oppure è meglio fargli vedere gli animali all'interno di uno zoo o magari in televisione ?
    In conclusione non so quale sia la risposta ma una cosa la posso dire ,sulla base della mia esperienza : io amo la vita ,gli animali e le persone.Per le persone è facile conoscererle : le ho viste tutti i giorni dalla nascita ma per gli animali credo che senza averene avuto uno in casa sarebbe stato più difficile aprezzarlo.
    Rimane l'altra questione quale animale è più adatto ?
    Non mi riesce trovare risposta credo che ogni animale nel rispetto delle sue esigenze possa essere tenuto a condizione di tenerlo amorevolmente e con le dovute cure sulla base di una informazione fatta a monte dell'acquisto.
    Ultima ma non per questo insignificante è non togliere nulla alla natura e quindi il campo sulla scelta dell'acquisto dell'animale si restringe ad animali che non sono in via di estinsione e sopratutto nati in cattività e non strappati alla natura.
    Personalmente concordo che si possa tenere un pesce rosso magari non in una misera boccia di vetro come un pappagallino a patto di farlo volare libero in casa .
    Mi preme ricordare che un animale nato ed allevato dall'uomo è molto tranquillo e "felice" mentre il pappagallo nella gabbia visibilmente triste probabilmente è stato catturato dal suo ambiente.
    Quindi credo che la domanda giusta sia se sia giusto o meno avere un animale di cattura in casa e , seconda domanda , se le persone che lo desiderano siano pronte ed informate su cosa realmente vuole dire allevare ed accudire un animale in casa.

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  2. @albe: "Mi preme ricordare che un animale nato ed allevato dall'uomo è molto tranquillo e "felice"
    Non sono d'accordo. Cosa ne direbbe un bambino nato da una madre in prigione che cresce in gabbia?
    Allo stesso modo, non possiamo sapere cosa prova un animale d'allevamento. Anzi, forse non vogliamo saperlo e ci trinceriamo dietro scuse che non stanno in piedi.

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