venerdì 25 settembre 2009

BOICOTTIAMO LA PUBBLICITA'

Un'iniziativa che condivido.

Fonte: LuigiBoschi

 

 

La News Corp. di Murdoch perde per il crollo delle entrate pubblicitarie. A Mediaset cala la pubblicità meno 12-13% primo semestre 2009, dopo che negli ultimi due mesi del 2008 aveva perso 40 milioni di raccolta. Il 57% degli Europei non è andato a votare. Il partito dei Pirati svedesi è entrato in Parlamento a Strasburgo... Vuoi vedere che qualcosa sta cambiando? Vuoi vedere che la crisi rende un po' tutti più consapevoli?

E mi chiedo: Perché non boicottiamo la pubblicità? Come?
Esattamente comportandoci all'opposto di cosa la pubblicità propone. Renderla inutile, anzi deprezzabile. Non compriamo prodotti di campagne pubblicitarie.
Compriamo invece chi fa informazione di prodotto, scientifica, in internet, sul punto vendita, chi utilizza packaging biodegradabile. Insomma chi adotta criteri di responsabilità e sostenibilità sociale.

Io penso che la pubblicità sia la tangente, pagata dai consumatori (questa è la tragicomica!), che appiattisce ogni volontà informativa. Chi è l'editore che pubblica qualcosa che potrebbe danneggiare l'immagine della società con cui detiene un importante contratto pubblicitario?
Non solo ma credo che a tutti i media con pubblicità debbano essere tolti ogni contributo o provvidenze pubbliche di qualsiasi tipo.
La pubblicità commerciale è divenuta il cancro di questa società. Se all'inizio dello sviluppo industriale poteva essere un volano di coinvolgimento, la sua massificazione e concentrazione è divenuta devastante. Abbinata alla tv di massa è una necrosi cerebrale. La devastazione sociale è stata radicale. E' la stupidità globalizzata. E' un processo di deresponsabilizzazione che impedisce, a una società capace, di intendere e volere. Produce dementi!! Zombie! E' la società del gossip e dello spettacolo integrato!
Le persone dovrebbero iniziare a contestare loro stessi, i propri consumi che li rendono schiavi a vita.

Senza pubblicità sarebbe un altro mondo. Provate a pensarci? Immaginatevi di dovervi informare anziché affidare a un iper prezzolato testimonial o a un claims seduttivo, a una scosciata consumistica, a un seno ammiccante.
Provate ad immaginarvi cosa sarebbe invece consultare informazioni in rete, sul packaging, sui luoghi d'acquisto con personale istruito per soddisfare le legittime pretese conoscitive di ciò che si mangia o si utilizza.

Provate a pensare a una informazione libera remunerata dai suoi lettori, sostenuta da editori responsabili del ruolo sociale, che percepisce sì contributi pubblici per la funzione svolta.
Nella società della pubblicità è sparita l'informazione. Tutto è celato e falsato. Chi detiene la pubblicità ha il banco in mano perché controlla consumi, informazione e produce adepti ripetibili! Il consumatore e i suoi bisogni si producono!
Provate per qualche tempo a non comprare prodotti pubblicizzati sui media, a non sottostare a questa ormai demenziale realtà. Possibile crescere in una società declinata sulla stupidità sociale e d'acquisto?

Le industrie serie che da sempre svolgono la loro attività responsabilmente non avrebbero nulla da temere, anzi! I valori dei propri contenuti sarebbero ancor più apprezzati, mentre la pubblicità appiattisce tutto!

Il mondo digitale credo, si indirizzerà verso questa meta, anche se oggi sembra quasi impossibile. E i consumi dovranno contenere una risposta sociale, favorire la crescita del potenziale individuale, coinvolgere le persone e valorizzarle nella loro sensibilità e nel loro talento.

Se l'interattività sta alla base della nuova realtà, sostituendo la distruttiva passività cerebrale, la pubblicità perde di significato, non ha più nessun appeal. Nessuno sano di mente è disposto a farsi raggirare e sottomettere le proprie scelte a un idiota, pagata testimonianza. Non solo, ma nemmeno farsi scippare le proprie risorse visto che la pubblicità è un costo per il consumatore che non solo lo abbindola, ma gli fa notare quanto è stupido ad alimentare le tasche altrui per la propria dabbenaggine.

Sono convinto che la caduta della pubblicità "regresso" può solo giovare all'umanità e alla ripresa di una civiltà consapevole e responsabile. Fra non molti anni ci volgeremo indietro e capiremo come eravamo!... e i nostri figli rideranno... per la tragicomica idea su cui si basava la società dei consumi.
Tutto dipende da noi dalla nostra forza di uscire da questa puzzolente palude! Divulgate questa idea, coinvolgete amici e conoscenti, dotiamoci di anticorpi: la pubblicità è uno dei peggiori virus, insieme alla finanza, che silente sta distruggendo la nostra società, le nostre menti. (Parma, 07/08/2009)

Luigi Boschi

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