lunedì 29 dicembre 2008

Cattiva informazione

Ho letto qualche giorno fa questo articolo, che mi ha dato parecchio da pensare su come certe informazioni possano generare dei "mostri".

Certo, era un articolo di economia domestica volto a far risparmiare denaro alla gente, ma decisamente poco lungimirante sul breve e lungo termine, oltre che sugli impatti ambientali (e quindi costi gravanti sulla comunità) di ritorno.

 

Vediamo cosa in particolare proprio non mi è piaciuta:

1) comprare frutta e verdura nei mercati rionali alle 13: si risparmia fino al 50% perché l’invenduto rischia di alterarsi;

Avete mai provato ad andare sul tardi al mercato? Cosa pensate di trovarci, prodotti freschi di giornata o l'invenduto dei giorni precedenti? Perchè dovrei comprare un vegetale striminzito e sfiancato, solo perchè costa la metà? E i valori nutrizionali? E l'occhio che vuole la sua parte?

 

2) nei supermercati comprare solo beni di prima necessità: meglio puntare sui quei prodotti che hanno prezzi bassi per attrarre la clientela;

I prezzi bassi messi lì per attirare la clientela hanno dei pesanti costi sulle loro spalle. Non è possibile produrre sottocosto e vendere sottocosto, a meno che non si facciano pagare i costi sociali ai lavoratori e alla collettività. E poi ci lamentiamo della crisi...

Non solo; se tutti comprassero solo i sottocosto, i supermercati chiuderebbero nell'arco di pochi mesi. 

 

4) provare pasta a bassa prezzo: spesso è un buon prodotto – a patto che sia fatta con grano duro

Non sarebbe il caso di accertarsi da dove provengono le materie prime? Se ad esempio per produrre un chilo di pasta ci vogliono 2 euro, cosa compriamo quando acquistiamo lo stesso chilo a 60 centesimi?

Non sarebbe meglio allora invogliare all'autoproduzione? Tipo comprare dei cereali, macinarli freschi e poi preparare in casa la pasta? 

 

2) evitare le uova biologiche, costano di più e sono tutti da dimostrare i vantaggi per la salute;

Certo, comprate pure le uova a 40 centesimi, tanto se gli animali sono gestiti al peggio del peggio che ci frega. Che ci frega se mangiano mangimi addizionati di tutto e non controllati contro gli ogm?  E del sapore, ne vogliamo parlare? O ci facciamo una frittatina con uova anemiche e zucchine ultramosce, che saremmo costretti a insaporire con etti di sale o spezie?

I valori nutrizionali di cibo allevato come una volta sono di gran lunga superiori a quelli provenienti da allevamenti industriali, non fosse altro per la minore introduzione di medicinali e la migliore igiene, questo punto è scandaloso. 

 

3) non farsi condizionare dalle marche famose: spesso altri prodotti hanno il medesimo livello di qualità;

Io direi: non farsi condizionare dalle marche e dai prodotti confezionati. Ma perchè non c'è nessuno che invogli all'autoproduzione e all'alta qualità?

 

 

 

Come spesso accade, questi consigli potrebbero risultare ottimi alle persone che, ignare, decidessero di applicarli. Senza pensare ovviamente alle conseguenze sulla salute, sull'economia collettiva e sulle conseguenze ambientali.

 

Cosa si potrebbe consigliare, invece?

1) Mangiare meno         è il modo più economico che esista per risparmiare e mantenersi in salute

2) Mangiare cibi freschi e con poche confezioni  il cibo fresco ha tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno (a differenza del confezionato), e soprattutto non ha costi aggiuntivi di packaging che viene sprecato nell'immondizia. 

3) Comprare sempre nei mercati rionali  instaurare un rapporto di fiducia con i venditori e capire in che modo si riforniscono. Comprare ovviamente a tutte le ore, anche se io preferisco andarci la mattina presto: vi assicuro che la scelta che si ha alle sette di mattina alle 13.00 è una chimera. 

4) Consumare poche proteine animali   e quelle poche che siano biologiche. I vantaggi sulla salute ci sono senza dubbio, solo il fatto di sapere che si consuma "cibo sano" è una potente panacea. 

5) Evitare di comprare l'ennesimo cellulare o gadget elettronico. Quanto incide sul bilancio familiare la spesa alimentare rispetto alle simpatiche e numerosissime trovate elettroniche che abbiamo in casa? A voler essere onesti, e guardarci in tasca (o addosso), potremmo scoprire di avere centinaia di euro spesi in gadget e abbigliamento... e allora  avremmo ancora la faccia di osare risparmiare su un atto così fondamentale quale alimentarsi?

6) Mangiare in maniera semplice  come dice F. Libero Manco in questo articolo

7) Diversificare gli acquisti e farsi due conti, si possono scoprire tante belle cose

Come ci insegna sempre Manco:

Ultimamente sono stato ad un supermercato dove tra i vari scaffali non manca quello di macelleria dove un solo kg di carne di vitello costa 20 euro. Ebbene, con la cifra di 20 euro al posto un solo kg di carne ho potuto acquistare: 1 kg di : ceci (3 euro), 1 kg di noci (3 euro), 1 kg di pane (2,5 euro), 1 kg di pasta (2 euro), 1 kg di cicoria (1,5 euro), 1 kg di insalata (1,5 euro),  1 kg di frutta (1,5 euro), 1 kg di patate (1 euro) e 1 litro di olio (4 euro). Con questi quantitativi mi sono assicurato non solo il sostentamento alimentare per quasi una settimana

 

Cos'altro aggiungere?

Leggiamo sempre con attenzione e informiamoci costantemente. 

lunedì 22 dicembre 2008

Ancora sulla consapevolezza - dal punto di vista yogico

Fonte: yoga.it

 

Scegliere la consapevolezza

Come evitare la ripetizione di atti inconsapevoli seguendo la via della chiarezza

 

Se guardiamo indietro nel tempo e ripercorriamo la storia della civiltà, osservando quanto è accaduto nelle varie epoche del mondo, ci accorgiamo che gli accadimenti, le guerre, le distruzioni che periodicamente si sono succedute sono sempre state determinate dalla mente incolta dell'uomo.

Né all'interno della famiglia, né a scuola ci viene insegnato ad essere consapevoli dei nostri atti, ad osservare i nostri sentimenti, a trovare le radici della rabbia, dell'invidia, dell'odio. Cresciamo inconsapevoli, ignorando il significato della vita, pieni di presunzione e di egoismo, percorrendo un sentiero che porta al desiderio, all'oscurità e al dolore.

L'uomo nel corso della sua vita si trova davanti ad un bivio: una via porta alla chiarezza e alla conoscenza attraverso una disciplina interiore; l'altra alla ripetizione di atti inconsapevoli, a cui con il tempo non possiamo più sfuggire e che finisce per travolgerci.

L'inconscio dell'uomo è infatti colmo di semi karmici, derivati da esperienze passate tanto fisiche quanto emotive e mentali ed è condizionato da questi; la legge del karma è sempre in atto: ogni impulso, ogni sensazione, ogni atto scende nell'inconscio, per riemergere, sempre, in azione. Se questo meccanismo inconsapevole si ripete diverse volte, l'impressione mentale diventa samskâra, cioè «seme» o «predisposizione», ed acquisterà forza tale da influenzare le nostre azioni future, producendo in tal modo altro karma.

Nell'ignoranza, ogni attività incrementa il potenziale del deposito karmico che diventa sempre più minaccioso e determina il nostro agire. Ogni ripetizione rinforza il samskâra che premerà per riemergere, ad ogni occasione, più forte.

Ciascuna azione lascia nel nostro inconscio un segno indelebile come la pioggia quando, scorrendo sul terreno, forma dei rivoli; quando pioverà ancora, l'acqua scorrerà in quegli stessi solchi e troverà una resistenza inferiore. E il solco si farà più profondo.

Seneca affermava: «Volentes ducunt fata, nolentes trahunt», nel senso che si può arrivare alla comprensione e divenire in tal modo conduttori della nostra vita oppure essere travolti e distrutti dal nostro agire inconsapevole.

Tutte le azioni, anche quelle che crediamo ci portino verso la felicità, contengono in sè il seme del dolore, perché niente è eterno, tutto è mutamento, perché il nostro ego non si accontenta mai e, nonostante il nostro orgoglio, ci sentiamo fragili.

Gli atti che compiamo meccanicamente sono dettati dall'egoismo, dalla paura, dall'attaccamento, dalla disperazione, che ci rendono sempre più rigidi, incapaci di mutare il corso della nostra vita.

Come fare allora?

Ogni gesto compiuto o subito provoca in noi una «sensazione-reazione» che si deposita nel subconscio. Se non la fermiamo e non la osserviamo, scenderà nell'inconscio, come abbiamo detto, cioè in una zona che è fuori dal nostro controllo, pronta quindi a riemergere all'improvviso in un futuro più o meno lontano; l'istinto infatti non è altro che un'abitudine mai conosciuta, che si è stabilita nel nostro inconscio e che torna a palesarsi ad ogni occasione, e che accettiamo come parte di noi.

Anche gli animali hanno istinti, ma la loro mente non è in grado di distinguere cosa sia giusto o meno. L'uomo lo può fare, sempre ricordando però che le nostre valutazioni sono relative e fino a quando non avremo raggiunto una perfetta discriminazione, il nostro concetto di giustizia continuerà a modificarsi e ad ampliarsi. E' nel subconscio, cioè nel momento in cui possiamo avvertire le reazioni che l'esperienza provoca, che dobbiamo fermare e conoscere la nostra mente, ponendoci quelle domande che ci portano alla chiarezza («Perché ho avuto questa reazione? Come posso modificarla?» ecc.).

Questo processo ci porta ad una vita di consapevolezza e guardando le nostre reazioni distruttive, le nostre dipendenze, impariamo a conoscere e ad affinare gli strumenti di cui disponiamo per superare i nostri condizionamenti.

Occorrono però disciplina, costanza e la volontà di creare un'abitudine positiva di ricerca, di trovare spazi di riflessione giornaliera, intraprendendo un lavoro sistematico che porterà al risveglio del nostro potenziale di bene.

 

 

martedì 16 dicembre 2008

Una parola per il 2009 - Consapevolezza

Mai come in questa "era" è fondamentale essere consapevoli, di chi siamo e delle scelte che ogni giorno compiamo.

Consapevolezza significa pensare con la propria testa, analizzare le svariate fonti da cui provengono le informazioni e districarsi tra i tanti inganni che ogni giorno ci propinano/propongono. Significa poter leggere un libro, un testo, una frase, e avere le armi per capire o sentire se quello che abbiamo davanti agli occhi sia accettabile e veritiero.

Consapevolezza significa assumersi la piena responsabilità delle nostre scelte e azioni, perchè le facciamo essendo ben coscienti di ciò che andiamo a compiere. Una scelta consapevole può anche non essere etica, ma se è fatta con cognizione di causa e non lede il prossimo, va accettata come espressione della piena volontà di chi la compie.

Essere consapevoli significa essere liberi di vivere la propria vita e di fare le nostre scelte in totale libertà, senza condizionamenti esterni e senza subire acriticamente le decisioni altrui. 

 

Ma vediamo in pratica l'uso della consapevolezza:

  • Sapere cosa mangiamo è diventato fondamentale. Bisogna conoscere quindi cosa significano tutti quelle decine di nomi e numerelli in modo da capire che la maggior parte di loro è un derivato del petrolio. Se foste consapevoli di ingerire petrolio insieme al cibo, lo mangereste ancora? Sapere che un prodotto confezionato, preparato mesi fa e pieno di grassi, oli, coloranti letali non ha praticamente alcun valore nutritivo, potrebbe indurci ad optare per cibi freschi da preparare con le nostre mani.
  • Sapere che i prodotti cosmetici che usiamo inquinano le falde acquifere, uccidono animali (sia per i test che per dispersione nell'ecosistema) e danneggiano anche la nostra salute, potrebbe farci cambiare idea sull'opportunità di usarli ancora
  • Essere coscienti delle principali funzioni fisiologiche del nostro corpo, conoscere profondamente il nostro corpo e il significato dei segnali che le malattie mandano, potrebbe cambiare il nostro status di sudditanza psicologica nei confronti dei medici e iniziare con loro un rapporto costruttivo, fatto di consigli e non solo di pillole. Nessuno meglio di noi è deputato alla conoscenza della propria persona e delle relative percezioni, sensazioni, malattie; perchè non iniziare a rendercene conto e smettere di delegare la gestione della nostra salute a gente che vediamo poche volte l'anno? Se sapeste che i vaccini per l'influenza in realtà fanno più bene che male e che non vi esenteranno dal solito febbrone stagionale, continuereste a prenderli?
  • Se foste un lavoratore sottopagato e sfruttato di una qualsiasi catena di produzion/distribuzione, comprereste dal vostro datore di lavoro? Se i vostri figli subissero questi trattamenti, comprereste dai loro datori di lavoro? Anche sapere in che modo i prodotti che giungono a noi sono ottenuti, è segno di consapevolezza. Le nostre scelte potrebbero cambiare drasticamente.
  • L'economia va a rotoli, la crisi è nera, i suggerimenti degli esperti continuano a parlare di PIL e di aumento dei consumi. Ma se qualcuno ci dicesse che il PIL aumenta ogni qual volta muore una persona (lavoro per le pompe funebri) o c'è un grosso incidente in autostrada o una calamità naturale, saremmo ancora attaccati a questa fonte di iattura? Perchè tante persone sono preoccupate delle scelte etiche e di decrescita di pochi poveri "pazzi", sostenendo che decrescendo chiuderebbero tante fabbriche, aziende, con conseguenze nefaste per il lavoro di decine di migliaia di persone? Vorrei raccontare a queste persone che in questo momento ci sono ben pochi individui che stanno seguendo i consigli di Serge Latouche, eppure Fiat mette in cassa integrazione 48000 dipendenti, Telecom ha esuberi a non finire, Alitalia ormai ci ha lasciati. Per non parlare poi di tutte le piccole realtà locali... Ecco, alla luce di quesi fatti evidenti, possiamo scegliere di continuare a farci prendere in giro oppure di essere consapevoli che una serie di alternative esiste.

 Sono tanti gli esempi che si potrebbero fare, infiniti direi. Come sempre, basta iniziare dalle piccole cose e iniziare a prendere coscienza di noi e delle nostre azioni. Per il 2009 il blog e noi insieme cercheremo di lavorare in questa direzione.

giovedì 11 dicembre 2008

Latte crudo

Vi riporto volentieri l'iniziativa del Consorzio Tutela Latte Crudo, che potrete anche trovare a questo link:

http://www.ipetitions.com/petition/consorziotutelalattecrudo/

 

L’attacco denigratorio contro la vendita diretta del latte crudo ha ottenuto il risultato
L’ordinanza del Sottosegretario Martini prevede:

l’obbligo di riportare sulle macchinette erogatrici in maniera ben visibile ed a caratteri in rosso l’indicazione che “il latte deve essere consumato previa bollitura”.

Questo dopo ben quattro anni, in cui centinaia di migliaia di cittadini, ogni giorno hanno acquistato il latte crudo presso i distributori self service, senza che vi sia stato un solo caso provato di infezione causato dal nostro latte (Voi tutti ne siete testimoni) come dimostrano le migliaia di analisi effettuate dal Servizio Sanitario Pubblico.

OBBEDISCO! ….. Ma non capisco!

Perché chi vende uova, pesce o carne cruda non deve apporre scritte: “Da consumarsi previa bollitura”?

Perché nei ristoranti si può servire capaccio di pesce, o carne, insalate russe e dolci fatti con uova crude?

Perché l’industria non deve far bollire il latte? Ma può scaldarlo a 72 gradi per 15 secondi?

Perché solo il nostro latte deve essere consumato previa bollitura”?

Chiediamolo direttamente al Sottosegretario Martini
tel. 06/ 59945778 – 5779 fax 06/ 59945331

Aiutateci a difendere un modo di vendita trasparente, controllabile, che
permette ai consumatori di avere il miglior prodotto ad un prezzo onesto,
riducendo gli sprechi e salvaguardando l’ambiente.


Consorzio Tutela Latte Crudo
 

 

Io aggiungo una considerazione: è un bene che non sia passata l'ordinanza che avrebbe sospeso addirittura la vendita, ma è assolutamente negativo il fatto che si cerchi di allarmare la gente gridando al batterio. L'escherichia coli, che tanti danni fa oltreoceano, è un batterio che in minima parte è presente negli organismi umani e che si sviluppa in condizioni igieniche scarse.

Guarda caso, il problema più grande che hanno negli Stati Uniti non proviene da produttori di latte bio o crudo, ma dagli allevamenti intensivi che sottopongono gli animali a forti stress fisici ed emotivi. Quando le bestie passano al macello, vengono sbudellate nel giro di pochi secondi; se viene sparso per errore il contenuto degli intestini di un solo animale infetto su un tavolo di lavoro, tutta la carne che passerà su quel tavolo verrà contaminata. Per questo motivo, quando si fanno gli hamburger è facile che l'E. Coli passi in centinaia di polpette, causando problemi gravi e gravissimi nella popolazione.  Il problema quindi, proviene più dai processi di allevamento e trasformazione industriale piuttosto che da un bel bicchiere di latte fresco appena munto, che i nostri nonni bevevano abbastanza tranquillamente. Certo, noi non abbiamo gli organismi abituati, ed è bene in ogni caso evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti gastrointestinali, ma sono le conseguenze di una alimentazione industriale e priva di nutienti naturali che ci porta a non distinguere più il cibo vero da quello di plastica.

 

 

Vi segnalo inoltre l'articolo riportato su AAMTerranuova:

 http://www.aamterranuova.it/article2765.htm

giovedì 4 dicembre 2008

Considerazioni sul natale

Ci siamo, il conto alla rovescia è iniziato da qualche giorno, i supermercati sono pieni di dolci di ogni tipo e strade e centri commerciali sono già addobbati dei classici colori natalizi.

Devo dire la verità, la nota di colore che precede e accompagna il Natale è molto allegra e dona un'atmosfera piacevole al mese di dicembre, se volessi esagerare direi anche un filino magica (tutte quelle lucine poi...).  E poi l'attesa per il periodo di feste, le ferie che i fortunati riusciranno a fare, le serate passate in casa o in famiglia a chiacchierare e mangiucchiare.

Se proprio devo confessarlo, no, non odio il Natale. 

Quello che proprio non mi piace sono gli aspetti meramente consumistici della festività, la corsa al regalo, la tredicesima che vola in compere prima ancora di entrare nelle nostre tasche, l'eccessiva opulenza di troppe tavole, le usanze e tradizioni stravolte da multinazionali che trasformano un simbolo cristiano e prima ancora appartenente ad altre religioni e credenze in un ridicolo omino michelin vestito di rosso e addobbato con la barba bianca.

 

Non mi piace il traffico che blocca la mia città nei primi venti giorni di dicembre, con le persone che sembrano cavallette impazzite e che corrono in ogni dove chissà perchè sempre con la macchina. Non mi piacciono i miliardi di pubblicità che ti spingono a comprare per forza qualcosa o a fare per forza di cose (pena la squalifica sociale) un regalo a parenti, amici, e pure a semplici conoscenti, tiè.

Non mi piace che si cerchi di detassare uno stipendio per favorire lo sperpero in panettoni e botti, per poi ritrovarsi a fine gennaio con conguagli/stangate e il culo per terra.

Non mi piacciono le venti portate a pasto che si propongono nei giorni di festa, l'eccessivo abuso di vite animali e lo sperpero dei troppi avanzi buttati nella pattumiera. E soprattutto non mi piace la puntuale speculazione dei negozianti che, per l'occasione, triplicano o quintuplicano il prezzo di alcuni generi alimentari prendendo per la gola (o per il collo?) chi, per tradizione o per cercare comunque di mettere in tavola un pasto diverso dal solito, si avventura tra i loro "artigli".

Non mi piace che la multinazionale che vende bollicine abbia mandato in pensione l'epifania, la brutta ma snella befana e i suoi frugali ma graditissimi doni per  un opulento, grasso, studiato a tavolino signore che viaggia in slitta (alla faccia di quella poveraccia che si gela sulla scopa) e che ha mille aiutanti. Certo, direte voi, Santa Claus esiste da un bel pò, è una tradizione nordica (come l'albero di natale)... Ma era completamente diverso da quel ciccione che indossa orgoglioso i colori dei suoi frizzanti creatori!

Se proprio devo andare avanti, vi confesso anche che non mi piace l'aria generale di buonismo che permea molti animi; capisco l'atmosfera magica, ma fare gesti gentili tutto l'anno sarebbe meno ipocrita che ricordarsi del prossimo solo dieci giorni l'anno. 

 

A parte queste considerazioni, ritengo che la terza decade di dicembre e la prima settimana dell'anno nuovo siano un periodo ricco di spiritualità e di significati. E' il periodo in cui le giornate ricominciano lentamente ad allungarsi, è il periodo in cui la terra riposa e i semi dormono protetti da essa. E' un momento per riposarci insieme alla natura, per raccogliere le energie necessarie per tirare le somme dell'anno che sta per finire e per costruire quello nuovo: un periodo essenziale per capire chi siamo, che strada abbiamo percorso e quale direzione vogliamo intraprendere. Con la calma (si spera) dei giorni di festa, si può godere della compagnia dei nostri cari (senza però causarci un infarto da eccessi alimentari!) e anche di tempo da dedicare a noi stessi. 

Non voglio fare considerazioni etiche, ecologiche o bio.

Auguro a tutti noi di vivere l'armonia di queste giornate e di ottenerne il meglio. 

martedì 2 dicembre 2008

La verità sugli ormoni - Sherrill Sellman

Mi è capitato per caso durante i miei acquisti di comprare questo libro.

Mi interessava molto perchè, come molte donne, i problemi ormonali mi stanno accompagnando ormai da decenni.

Ho scoperto un mondo e avuto conferme di parecchi miei dubbi: gli ormoni sintetici che vengono somministrati in diverse fasi della nostra vita possono provocare danni che al momento non sono ancora pienamente calcolabili ma che sono tutti molto seri.

Si va dalla maggiore incidenza di tumori al seno e all'utero per proseguire attraverso cardiopatie, disfunzioni ormonali (la tiroide è severamente colpita dall'eccesso di estrogeni) e crisi depressive.

Nel libro si esprime un concetto importante che io (ahimè) non avevo mai sentito prima: Dominio degli estrogeni.

Il dominio degli estrogeni è una condizione nella quale un eccesso di estrogeni (autoprodotti o introdotti) crea uno squilibrio ormonale tale da bloccare diversi processi e soprattutto il giusto bilanciamento con il progesterone. A seguito di questo squilibrio, si incorre in una serie di patologie che il libro descrive alla perfezione ma che raramente ci viene detto dai dottori che ci visitano.

Così, numerosi medici hanno scoperto che la Terapia Ormonale Sostitutiva, così come la pillola anticoncezionale, contribuiscono fattivamente a provocare reazioni a catena che vanno da "semplici" problemi come la SPM, passando per crisi depressive e continuando fino alla comparsa di tumori in figlie di madri che hanno usato queste terapie.

Le spiegazioni contenute nel libro sono numerosissime, dettagliate e molto illuminanti, è scioccante comprendere come molti piccoli dettagli nei quali siamo incappate durante la nostra vita possano in realtà essere provocati dalla pillola anticoncezionale piuttosto che dagli estrogeni per "alleviare" la menopausa.

Non vado oltre perchè è meglio comprare il libro, tra l'altro costa solo 6,46 euro, è un investimento che vale davvero la pena fare.

Io ho già convinto tre mie colleghe a leggerlo ;-) 

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