martedì 23 settembre 2008

Earth Overshoot Day, la Terra è in rosso

Di solito non amo le notizie di Virgilio, però questa è sicuramente da segnalare:

 

Fonte: Virgilio 

 

23 settembre: il giorno in cui superiamo la capacità del pianeta di produrre risorse rinnovabili

Dal 23 settembre siamo in debito verso il pianeta.
Significa che da quel giorno cominciamo a consumare più risorse di quelle che la natura è in grado di riprodurre, viviamo al di sopra delle nostre possibilità ecologiche.
Si chiama Earth Overshoot Day - giorno del "superamento" - e la data è stata calcolata dal Global Footprint Network, l'organizzazione che misura l'impronta ecologica ("footprint" appunto) che noi umani lasciamo sulla Terra.

Dall'Earth Overshoot Day in poi consumiamo risorse non più rinnovabili e scarichiamo il debito sulle spalle dei nostri figli e nipoti.
Andiamo in rosso, come se si trattasse di un conto in banca, solo che nessuna operazione finanziaria è in grado di rimetterci in sella.

Dal 23 settembre 2008 ogni albero che abbattiamo, cetriolo che addentiamo, pollo che spenniamo, pesce che spiniamo, finisce in conto alla nostra discendenza. Siamo la prima generazione a vivere sulle spalle di chi probabilmente non è ancora al mondo.

Infatti, il giorno del "superamento" non c'è sempre stato e, da quando esiste, arriva ogni anno un po' prima: il primo fu il 31 dicembre 1986.
Nel 1995 era il 21 novembre, nel 2005 il 2 ottobre e quest'anno, appunto, il 23 settembre.

Prima del 1986, la Terra ci bastava. Oggi, secondo i calcoli del Network, se tutti gli abitanti del pianeta vivessero come cittadini Usa, ci vorrebbero 5,4 "Terre" per garantire la rinnovabilità delle risorse; 4,2 se fossimo tutti canadesi, 3,1 se vivessimo come britannici e 2,5 come tedeschi.

Noi italiani siamo un po' meno distruttivi, ma se tutta la popolazione del mondo vivesse secondo i nostri standard ci vorrebbero comunque 2,2 Terre per reggere l'urto.
Bisognerebbe forse prendere esempio dagli indiani: il loro stile di vita esteso alla totalità degli umani comporterebbe il consumo di 0,4 Terre, cioè la possibilità per il nostro pianeta di rinnovarsi costantemente.

E se non sapete qual è la vostra personalissima impronta ecologica sul pianeta, sul sito del Global Footprint Network è possibile accedere a un apposito calcolatore che farà il vostro identikit di consumatori di risorse. C'è solo un piccolo problema: per ora funziona solo per australiani e statunitensi.

 

lunedì 22 settembre 2008

Dal pareo ai mutandoni di lana in 48 ore

Signori miei, non ci sono più le mezze stagioni.

Non è più un luogo comune ma un appuratissimo dato di fatto. Così, nel bel mezzo di una straordinaria canicola settembrina che ci aveva regalato temperature elevate anche alle sette di mattina, è giunto il freddo. Nel giro di due giorni, dai 25 gradi siamo passati a 13; vento, pioggia, freddo. Le giacche di mezza stagione sono inutili, dacchè 13 gradi sono temperatura da autunno inoltrato.

E, puntuali come il cambio d'armadio, arrivano le malattie da raffreddamento (improvviso). Raffreddori, mal di gola, febbre.

Cosa potremmo fare quest'anno per dare una svolta al nostro modo di prenderci cura di noi?

Laddove possibile e fattibile, evitare di prendere al primo starnuto farmaci vari o antinfluenzali generici che ci trasformano in intontiti automi che non possono nemmeno guidare (ma questa sarebbe l'unica conseguenza benefica).

 Ma senza paracetamolo, salicilico, antipiretico dove andremo mai a finire?

Intanto potremmo prendere in considerazione l'idea che, quando si viene colpiti da malattie causate dal freddo, ci si possa riscaldare il più possibile; la medicina cinese consiglia cibi di natura e temperatura calda per mandar via il freddo accumulato nell'organismo. Se ci pensiamo anche noi occidentali ci facciamo il tè, il brodino, la tisana.

Via libera a tisane non eccitanti (quindi senza teina e caffeina) che consentono all'organismo di riscaldarsi e reintrodurre i liquidi persi; in aggiunta sarebbe consigliabile usare zenzero in polvere e cannella dall'alto potere riscaldante (una bella tisana con questi due ingredienti più altri a scelta ci può aiutare).

Via libera a brodi vegetali, verdure cotte, cibi leggeri e che interferiscano il meno possibile con il lavoro di "riparazione" dell'organismo. Il brodino di carne, la bistecca, il formaggio, possono aspettarci una volta guariti.

Via libera alla vitamina C, ma quella vera non quella di sintesi che troppo spesso ingeriamo. Magari possiamo prendere compresse di vitamina o estratti di Rosa canina, badando bene di non avere ricevuto dei divieti da parte del medico ad assumere tali sostanze. In caso di via libera, si potrebbe assumerne 1 grammo al giorno. Niente acetilsalicico se proprio non è strettamente necessario.

 

Insomma, poche semplici regole che possono aiutarci a ritornare in sesto e a rimandare l'appuntamento invernale con la farmacia. 

 

 

giovedì 18 settembre 2008

Foglietti acchiappacolore? Forse acchiappamonete

Fonte: OfficinaNaturae

 

FOGLIETTI ACCHIAPPACOLORE
I foglietti acchiappacolore tanto pubblicizzati, sono realizzati attaccando ad un tessuto sintetico, dei tensioattivi quaternari epossilati cationici, cioè con carica positiva (+). Sono tensioattivi non biodegradabili e nocivi per gli organismi acquatici.
Viceversa i colori utilizzati per i tessuti sono carichi negativamente (-).
Quando in fase di lavaggio i tessuti perdono il colore, quest'ultimo viene "attirato", come una calamita, dal foglietto e si fissa su di esso.
La quantità di colore fissato è tale che psicologicamente pensiamo di aver salvato il nostro bucato dal rosa generalizzato.
In realtà il colore che si è liberato nell'acqua di lavaggio non si sarebbe fissato sui capi e non avrebbe causato alcun danno.
Però noi vediamo il foglietto colorato e pensiamo che funzioni.
Gli stessi produttori sconsigliano l'uso del foglietto con i tessuti colorati che più facilmente rilasciano molecole nell'acqua di lavaggi (rosso, blu scuro)
C'è da aggiungere che anche i tensioattvi presenti nei detersivi hanno spesso carica negativa (-) e quindi sono a loro volta sono attirati dal foglietto, riducendo la capacità lavante.

 

Quanto costano i foglietti? Tanto, per il servizio che rendono, ma tanto anche se funzionassero veramente.

A quante persone serve fare una lavatrice mischiando i capi di più colori? Io faccio la lavatrice dei colorati resistenti, quella del bianco, e i capi delicati che stingono col cappero che li lavo insieme agli altri, mica mi fido io.

Quanto ancora l'ambiente deve pagare per le nostre stupide e inutili esigenze? 

Sinceramente, dopo aver letto questa notizia che conferma e va oltre i miei più "oscuri" sospetti, mi domando come si possa ancora credere ai diecimila indispensabili prodotti che ogni giorno ci propinano.

martedì 16 settembre 2008

Officina Naturae

Officina Naturae è una azienda di Rimini, nata dall'esigenza di un gruppo GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) ed evolutasi poi nella bella realtà che è oggi.

E' una ditta attenta all'ambiente e ai materiali, offre prodotti ecobiocompatibili non nocivi  per l'uomo e per l'ecosistema.

La gamma di prodotti va dal detersivo per i piatti al bagnoschiuma, con un occhio di riguardo per la nuova linea Aequa (solo prodotti per la casa) che utilizza materie provenienti dal commercio etico e per la linea cosmetica al burro di Chiuri.

Perchè acquistare Officina Naturae?

1)Perchè non utilizzano sostanze dannose, inquinanti, di dubbia provenienza.  Solo materie prime di origine vegetali e sistemi conservanti a basso impatto

2)Perchè i prodotti sono efficaci e durano a lungo, molto più di quanto il loro prezzo possa farci gridare allo scandalo. Una confezione di polvere per lavastoviglie ad esempio, costa quasi 14 euro, ma dura 150 lavaggi, neanche 10 cents. Proviamo a confrontarlo con le polveri che troviamo sugli scaffali dei super o con le pastiglie. Ancora, la crema corpo dal delizioso profumo di yogurt e agrumi costa 14,50 euro, ma dura molto più a lungo di un idratante da banco ed è molto più efficace rispetto alle costosissime creme da profumeria.

3)Perchè se siamo abituati ai detersivi del supermercato pieni di inutili riempitivi , ci accorgeremo che questi prodotti sono pieni solo di quello che serve. I bei fustoni, fustini e bustone che compriamo ogni giorno, sono ricchi di sostanze che non hanno nessuna funzione; sono insomma dei "volumizzanti", stanno lì per arrivare al peso indicato nella busta. E' per questo che ci dicono di usarne un tot piuttosto che un altro. Officina Naturae invece non utilizza questi espedienti, per cui a parità di peso il prodotto è tutto buono e ne serve meno.

4) Perchè i fondatori fanno informazione a tappeto in giro per l'Italia per far sì che il movimento eco biologico sia conosciuto e compreso appieno.

 

5) Perchè i prodotti sono eccellenti:  ho provato tantissimi prodotti, dal detersivo piatti al dentifricio (a proposito, è freschissimo), e nessuno mi ha deluso, anzi la qualità è elevatissima.

 

Al momento non ho conoscenza di punti vendita diretti o indiretti a Roma, ma è facile ordinare direttamente sul loro sito Officinanaturae.it oppure dal sito Mondevert.it 

 

 

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lunedì 15 settembre 2008

acqua virtuale

Cos'è l'acqua virtuale? E' la quantità d'acqua totale che viene impiegata  nell'industria agroalimentari per far arrivare nei nostri stomaci i generi alimentari. Le notizie in rete non sono moltissime, ma il sito waterfootprint ha un bel servizio che ci indica quanta acqua serve ad esempio, per una tazzina di caffè (140 litri) piuttosto che per un hamburger (2400 litri).

Così, guardando il sito, impareremo quanto la nostra alimentazione possa incidere sui consumi e (aggiungo io) e l'inquinamento di una risorsa sempre più preziosa e sempre più scarsa.

 

 


 

 

martedì 9 settembre 2008

Letture in corso - Come mangiamo

Visto che le mie giornate lavorative sono talmente intense da non consentirmi di pensare ad altro, riesco almeno un poco a sfogarmi in metro leggendo qualcosa di interessante.

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Come Mangiamo indaga sulle abitudini familiari di tre gruppi completamente diversi di persone, e risale la filiera per scoprire orrori e onerosi costi sociali.

Ancor meglio di Fast food Nation (per certi versi), ci descrive le condizioni aberranti degli animali che vengono allevati per diventare nostro cibo, e i gravi impatti che tali allevamenti causano sull'ambiente.

Malattie, inquinamento, problemi etici.

Un libro che senza dubbio mi sento di stra-consigliarvi, in attesa che possa ricominciare a scrivere. 

lunedì 1 settembre 2008

Autoproduzioni - la farina in casa

 

Un paio di anni fa lessi su l'Ecologist Italiano del trattamento speciale che viene riservato alla farina prima che essa giunga sulle nostre tavole.

L'articolo era veramente interessante, tanto da spingermi a cercare forni che usassero farina da loro macinata e a comprare la macchina per cuocere il pane in casa.

Cosa avevo letto? Che prima o dopo aver macinato il cereale, bisogna "ripulire" la farina così ottenuta dal germe di grano (preziosa fonte di vitamina E) e  togliere tutte le eventuali impurità dovute alla cuticola; già dopo questo primo trattamento la farina viene privata di vitamine del gruppo B, di vitamina E e di tutte quelle fibre proprie della farina/cereale integrale. Questo perchè il germe di grano si ossida in pochi giorni e renderebbe la farina rancida, e perchè alla gente piace tanto il pane bianco.

La farina, così privata di tutte le sue proprietà principali, viene poi passata all'irragiamento e sbiancata con cloro e altre sostanze altrettanto impressionanti: il tutto per garantire la massima durata del prodotto e per farci arrivare in casa un prodotto il più perfettamente alieno possibile.

Il processo di produzione industriale del pane poi, fa paura: un'infinità di additivi, reagenti chimici per far lievitare la massa, insaporitori, conservanti (a proposito: il pane compratelo nel forno sotto casa, evitate i supermercati).

Se tutto ciò non bastasse, dopo che ci viene proposto ad un prezzo sempre più alto un alimento (il pane) privo di sostanze nutritive e irrimediabilmente "defunto", gli "scarti della lavorazione" ci vengono proposti a parte e a caro prezzo: perle di prezioso germe di grano, così utile per la pelle e le mucose, sacchetti di indispensabile crusca che apporta la giusta dose di fibre per integrare la nostra alimentazione così carente... Ma non vi sentite presi in giro?

 

E allora, dopo mesi di meditazione e di attenta ricerca su internet e ebay, ho comprato questo:

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Un compattissimo mulino domestico che in pochi secondi macina quasi ogni tipo di cereale e ne fa farina o spezzato di chicco da mettere nelle minestre. Ieri l'ho provato, macinando del grano tenero biologico intero: in pochi secondi è uscita fuori una farina integrale decisamente invitante e pronta per essere impastata con lievito madre.

Sfortunatamente, non avendo il lievito madre, dovrò rimandare ai prossimi giorni la mia prima pagnotta interamente autoprodotta. Beh... sarà veramente autoprodotta quando coltiverò anche il cereale :-)