martedì 19 agosto 2008

Comprare bibite in lattina - un gesto dissennato?

Sto leggendo il bel libro di Giuseppe Chia, Alluminio - usi e abusi, e poichè l'argomento merita ben più di un post, inizierei parlando del peso ecologico che la produzione di una lattina di alluminio comporta.

L'autore ci fornisce i dati relativi all'inquinamento prodotto per costruire una sola lattina:

- vengono inquinati 39 mc di aria (una stanza)

- vengono inquinati 18 litri d'acqua, cioè l'equivalente del contenuto di 53 lattine

- vengono inquinati 30 cm cubi di suolo.

Inoltre, poichè per poterlo lavorare si ricorre a complessi procedimenti di estrazione/combinazione/purificazione/cottura, per ogni lattina si ottiene:

 

- 800 grammi di rifiuti parzialmente tossici o dannosi, che corrispondono a 50 volte il peso del singolo prodotto

- 24 gr di CO2

- richiede energia (di solito proveniente dal petrolio) pari a 5  il proprio peso in grammi; in pratica, come ci suggerisce in maniera suggestiva l'autore, è come se un terzo della lattina contenesse petrolio)

  

Inoltre, l'alluminio è difficilmente biodegradabile, e non viene distrutto nemmeno dal fuoco; solo gli acidi sembrano intaccarlo, ed è per questo motivo che le bibite gassate riescono a portare dentro il nostro organismo dosi infinitesimali di alluminio per noi tossico (ovviamente se beviamo una lattina al giorno le dosi si accumulano). Come sostiene una pubblicità che passa sui canali Sky, ci vogliono 2 minuti per svuotare una lattina e 1000 anni per smaltirla. Perchè quindi, se proprio non possiamo fare a meno di bere da un contenitore tossico, cerchiamo quantomeno di fare e pretendere la raccolta differenziata e consentire il riciclo di questa risorsa. 

Riciclare alluminio consente di risparmiare il 95% dell'energia che servirebbe per produrlo come se fosse la prima volta, eppure in Italia questa cultura del riciclo di una risorsa così energivora e inquinante è praticamente nulla. In molti paesi del mondo, compresi quelli asiatici, la lattina di alluminio è un vuoto a rendere; se la riporti indietro ottieni quei tot centesimi che hai pagato al momento dell'acquisto della bibita, proprio come i vuoti a rendere delle bottiglie di vetro. Istituzioni avvedute si renderebbero subito conto del risparmio ecologico e "industriale" di un processo così semplice, ma evidentemente qui da noi non si ama semplificarsi la vita, visto che anche per quanto riguarda il vetro sono poche ormai le grandi marche che lo reclamano indietro; anzi... talvolta nei supermercati ho provato a chiedere di poter riportare il vuoto (senza rimborso ovviamente), ma vi pare a voi che il super si riempie il magazzino di immondizia non remunerativa?

 

Quindi, torniamo alla domanda del titolo e poniamocene altre:

1) è sensato comprare un prodotto che ha un'impronta ecologica pesantissima e il cui tempo di impiego è di pochi minuti?

2) è sensato gettare una risorsa così "preziosa" nell'immondizia, senza curarsi del fatto che potrebbe avere più di una vita?

3) è sensato usare un contenitore il cui costo supera probabilmente il costo del contenuto (come in molti altri prodotti, ahimè)?

4) è sensato ingerire quotidianamente bibita condita di alluminio e intossicare i nostri derelitti organismi?

 

Poste queste domande, a noi le risposte.

Un'ultima osservazione: non date in nessun caso da bere ai bambini bibite contenute in lattine di alluminio. Anche se dovrei dire: non date in nessun caso ai bambini bibite confezionate. 

 

 

3 commenti:

  1. mi hai giust'appunto fatto andare di traverso la cocacola fresca fresca che ho appena degustato alla macchinetta. e ho buttato la lattina nell'unico cestino disponibile cosi' ho ora anche i sensi di colpa.... non lo faccio piu'. :-(( sigh!

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  2. Cosìt'empari.
    All'età tua bevi ancora i gingerini pomeridiani :-)

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  3. Meglio la birra in bottiglia

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